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Graetzel: “Ho rubato alle piante il segreto dell’energia”

18 maggio 2010 0 commenti

celle solariProfessor Graetzel, come funzionano le celle solari che portano il suo nome?

“Sono estremamente semplici da utilizzare, si possono inserire nei vetri delle finestre, sono economiche ed efficienti nel produrre corrente. Sono le sole che funzionano in modo molecolare, con un’unica cellula fotovoltaica molecolare, e il meccanismo che usano per produrre energia elettrica imita quello della fotosintesi naturale delle piante”.

Quale impatto avrà questa innovazione sull’economia energetica?

“Queste celle solari hanno già creato posti di lavoro (oltre 700 ndr) nel Galles ed energia elettrica. Sono una tecnologia che è già utilizzabile, per esempio per le finestre delle case e non solo per le applicazioni industriali. Anche nel vostro Paese c’è un’azienda che si occupa di produrle e possono essere impiegate in finestre a vetri trasparenti o colorati. Questi ultimi si usano in Medio Oriente, perché sono efficaci per filtrare i raggi solari che laggiù sono particolarmente potenti”.

Ma l’energia fotovoltaica basterà a risolvere il problema causato dall’esaurimento delle scorte di energie fossili?

«Nel 2050 non saremo in grado di coprire il fabbisogno energetico mondiale con le attuali risorse, ma il fotolvotaico basterà a coprire solo il 25 per cento della domanda di energia globale. Domanda che cresce continuamente”.

E l’altro 75 per cento dove lo prendiamo?

“Avremo bisogno di tutte le forme di energia, rinnovabili e non solo, dal geotermico all’eolico, dall’idroelettrico al fossile compreso. Penso che ci saranno problemi politici non indifferenti quando arriveremo all’esaurimento delle energie derivanti da petrolio e carbone”.

I governi del mondo si stanno preparando adeguatamente a fronteggiare questa situazione?

“C’è molta più consapevolezza rispetto al passato anche nell’opinione pubblica… Un ruolo fondamentale lo avranno gli Stati Uniti”.

In che senso?

“Il Senato americano dovrà presto votare la legge per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 17-18 per cento da attuarsi entro il 2030. Se questo documento sarà approvato, provocherà una specie di tsunami positivo nell’ambito della ricerca scientifica di energie rinnovabili”.

E paesi come Cina e India, che già consumano molto e saranno i maggiori consumatori domani, cosa stanno facendo?

“Sono stato in India un mese fa e ho verificato che il governo è attento e attivo sul fronte delle energie rinnovabili. Vado spesso in Cina e anche lì si stanno investendo molte risorse per affrontare in modo preventivo il problema delle risorse energetiche. Ora tocca agli Stati Uniti impegnarsi su questo fronte”.

intervista di Francesca Cavini