Home » Redazione Ecquo » Apertura, Azioni »

Zerorelativo.it: un progetto sociale di consumo intelligente

19 maggio 2010 0 commenti

zerorelativo20.000 baratti. Questo è il numero delle transazioni effettuate su zerorelativo, la prima community di scambio riuso e baratto on line nata in Italia nel 2006 da un’idea del suo fondatore, Paolo Severi, di Pesaro.

Gli utenti, definiti da zerorelativo come “barter” (neologismo inglese che significa baratto) sono 12.000 per oltre 100.000 annunci già inseriti ed oltre a scambiare i propri oggetti in rete ricorrendo alla spedizione i barter hanno già organizzato decine di incontri dal vivo per scambiarsi “live” i propri beni e per conoscersi facendo qualcosa di utile, creando un circolo virtuoso di oggetti che vengono riutilizzati senza uso di denaro.

Si perchè il baratto presuppone il riuso dei beni spesso dimenticati in qualche angolo della casa e contribuisce ad allungare la loro vita, fornendogli un nuovo valore e promuovendo uno stile di vita sobrio e attento a ciò che si consuma.

“E’ utopistico pensare ad una società che vive di baratti” dice Paolo Severi “il nostro vuole solo essere un piccolo esempio di quello che si può creare in rete partecipando ad un progetto di condivisione e attivandosi per compiere un’azione ludica e ad alto valore educativo.

Uno degli slogan del sito è “Siamo troppo grandi per giocare seriamente?” proprio perché una delle immagini più care a tutti è proprio lo scambio di figurine che si faceva da piccoli e lo spirito che vogliamo richiamare è esattamente lo stesso.”

Si baratta di tutto, la categoria più frequentata è l’abbigliamento, ma anche gli accessori e i vestiti per i bambini utile per quelle mamme che non vogliono abbandonare o gettare le cose appena usate, accessori per computer, prodotti di bellezza e bigiotteria ed ovviamente tanti libri cd e dvd.

 “Tutto quello che si può trovare in un sito di e-commerce, ma attenzione, il baratto non arricchisce nessuno a livello economico e neppure contribuisce a risollevare le sorti economiche di periodi di crisi, ma piuttosto orienta ad un rapporto diverso con le risorse e con la gestione del denaro” afferma Paolo Severi “contribuendo ad un approccio più attento e consapevole verso i nostri acquisti, uno stile di vita insomma”