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Stop alla marea nera: “La falla è stata chiusa”. Forse

27 maggio 2010 0 commenti

Marea nera, top killFalla chiusa? Si, no, forse. La Guardia Costiera americana ha annunciato che la falla da cui fuoriesce il petrolio della piattaforma Deepwater Horizon della Bp nel Golfo del Messico è stata chiusa. L’opzione ‘top kill’, con cui Bp ha iniettato fango e liquidi ad alta densità nel pozzo petrolifero, avrebbe quindi avuto successo. Ma all’entusiasmo iniziale ha fatto seguito una frenata.

Nel pomeriggio Bp e la Guardia Costiera americana hanno però fatto un passo indietro dopo aver annunciato, forse frettolosamente, che la fuoriuscita di petrolio sul fondo del Golfo del Messico era stata fermata. Il vice comandante della Guardia Costiera Tony Russell ha detto che Bp sta riscontrando un certo livello di successo nella manovra “top kill”, con la quale sta iniettando fango e liquidi ad alta densità dentro il pozzo di petrolio. Tuttavia, ha detto, il successo non è ancora definitivo, e quanto affermato in precedenza dall’ammmiraglio Thad Allen, che aveva dichiarato il successo dell’operazione, non è corretto. Tom Mueller, un portavoce di Bp, ha detto che gli sforzi di contenimento proseguono e che la società non prevede di poter dire nulla di definitivo prima di fine giornata

Intanto è stata licenziata la responsabile dell’Us Minerals Management Service (Mms) Usa, Elizabeth Birnbaum, capo dell’ agenzia che dà il via libera alle trivellazioni petrolifere. Il licenziamento della Birnbaum sarebbe da ricondurre alla gestione dell’affare ‘marea nera’ nel Golfo del Messico.  A quanto si apprende sarebbe stato lo stesso Barack Obama a decretarlo, convinto che la Mms non abbia svolto correttamente il proprio compito.

IL PEGGIOR DISASTRO AMBIENTALE DELLA STORIA USA

Intanto è stato appurato che la perdita nel Golfo del Messico è il peggior disastro ambientale della storia degli Stati Uniti. Il petrolio disperso in mare ha superato anche quello della Exxon Valdez nel 1989 in Alaska.

Secondo le stime dell’Istituto geologico Usa (Usgs) dalla falla sono usciti ogni giorno tra 12.000 e 19.000 barili di greggio (contro i 5.000 di cui ha sempre parlato la Bp) per un totale al 17 maggio di 270.000 barili di petrolio pari a quasi 43 milioni di litri. La perdita totale della Exxon Valdez fu di 40,9 milioni di litri.

Sul fronte politico continua il pressing di Obama preoccupato che la marea nera si trasformi in un boomerang come il caso ‘Katrinà per Bush. Domani il presidente, che ieri aveva perso la pazienza e detto senza mezzi termini alla Bp di “tappare il buco”, sarà su luogo del disastro mentre oggi ha annunciato ufficialmente di prolungare di altri sei mesi la moratoria sulle trivellazioni in alto mare.

In vista della presentazione di un rapporto sul futuro dell’industria petrolifera e in attesa di conoscere le conclusioni di un’inchiesta sulle cause della perdita che sta avvelenando il Golfo del Messico, il presidente statunitense ha sospeso i permessi di trivellazioni off-shore prima di annunciare un inasprimento degli standard che l’industria dovrà sottostare e un rafforzamento della sicurezza.

IL NEW YORK TIMES ACCUSA BP

Nel frattempo il New York Times lancia nuove accuse su Bp. La compagnia petrolifera, secondo quanto scrive il giornale, avrebbe infatti risparmiato su materiali di rivestimento del pozzo sottomarino scegliendo, tra due opzioni, quella più rischiosa ma sicuramente più economica. Le rivelazioni arrivano da un documento Bp ricevuto da un investigatore del Congresso Usa secondo cui perdite di gas filtravano dal rivestimento in cemento ore prima dell’esplosione che ha provocato la falla.

Queste perdite, secondo gli investigatori, potrebbero inoltre essere state la causa stessa dell’esplosione. Mentre la Bp è al lavoro, le autorità Usa hanno anche esteso di più di 20mila chilometri quadrati l’area in cui è vietata la pesca a causa della marea nera fuoruscita da un pozzo della Bp nel Golfo del Messico.