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“Top kill”, nuovo fallimento. Obama in Luisiana promette: “Faremo quanto necessario”

29 maggio 2010 0 commenti

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E’ in salita la strada che porta al possibile successo “Top kill”, la tecnica di “soffocamento” del pozzo fuori controllo nel golfo del Messico. Ieri l’operazione e’ stata sospesa per una seconda volta dopo che Bp ha ‘sparato’ nel pozzo sassi, pezzi di copertone e funi nel tentativo di intasarlo e proseguire con l’iniezione degli speciali fanghi pesanti da cui ci si aspetta il blocco del greggio. Un tecnico di Bp parlando in anonimato con il New York Times ha contraddetto l’amministratore delegato Tony Hayward secondo cui l’operazione sta andando ”abbastanza bene”. Hayward aveva prudentemente valutato al 60-70 per cento le chance di successo di Top Kill perche’ la tecnica non e’ mai stata usata in acque cosi’ profonde. ”Molto di cio’ che si vede fuoriuscire dal pozzo e’ fango”, aveva detto Hayward che per prima volta da oltre un mese ha parlato della marea nera come di una ”catastrofe ecologica”, non di un semplice incidente. Finora i tecnici Bp avevano notato solo un parziale successo: il petrolio smette di uscire fintanto che il fluido di Top Kill viene pompato nel pozzo. Il problema e’ che le operazioni di pompaggio procedono a singhiozzo. Il tecnico di Bp ha parlato di progressi deludenti. A dispetto delle iniezioni a vari livelli di pressione, gli ingegneri non sono riusciti a tenere piu’ del dieci per cento dei fanghi fluidi nei tubi. Secondo la fonte del New York Times il miglioramento rispetto ai risultati di mercoledi’, quando l’operazione e’ cominciata e poi e’ stata sospesa dopo undici ore, e’ stato minimo. ”Non so se riusciremo a raccogliere abbastanza fanghi per farlo funzionare – ha detto il tecnico – Tutti a questo punto sono delusi”. Un portavoce di Bp, Andy Gowers, ha detto che la societa’ non intende commentare ”passo passo” l’operazione. Top Kill continua e continuera’ per altre 48 ore, ha detto Gowers. Secondo Thad Allen, il coordinatore delle operazioni per conto dell’amministrazione che oggi ha accompagnato il presidente Barack Obama sulle spiagge della Louisiana, il flusso di greggio e’ stato ”contenuto”, ma ”potrebbe ricominciare”.

Dopo la campana di contenimento e il tubo di aspirazione, “Top Kill” e’ l’ultimo metodo usato da Bp per fermare la perdita: la procedura non e’ mai stata provata a un chilometro e mezzo di profondita’. Un portavoce ha paragonato lo sforzo a due auto che premono una contro l’altra con l’acceleratore a tavoletta o a un ‘braccio di ferro’ tra pressioni opposte. La sfida maggiore, ha detto Allen, a cui Obama ha affidato il compito di stare col fiato sul collo ai ‘signori del petrolio’, e’ di iniettare abbastanza fanghi nel pozzo e mantenere la pressione al punto in cui sia possibile mettere il tappo di cemento definitivo. Sarebbe la fine dell’incubo per le coste del Golfo del Messico, ma non ci siamo ancora. Le azioni Bp che ieri erano salite a Wall Street per la prima volta in diversi giorni, oggi hanno perso gran parte dei guadagni arretrando del 5,4 per cento nell’incertezza del successo dell’operazione. Per la societa’, secondo stime ufficiali, finora il disastro e’ costato quasi un miliardo di dollari, una goccia nel mare dei profitti della multinazionale del greggio che l’anno scorso ha guadagnato 14 miliardi di dollari.

OBAMA TORNA IN LOUISIANA E PROMETTE: NON VI ABBANDONEREMO

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si inginocchia sulla spiaggia e si sporca le mani con il catrame. La marea nera della Bp ”e’ un attacco alle coste, al popolo e all’economia di questo Stato”; citando Harry Truman ammette: in quanto ”presidente la responsabilita’ finale e’ mia” e assicura che, la lotta sara’ senza quartiere, e durera’ finche necessario. Faremo, ha detto, quanto necessario. Annunciando che verranno triplicati gli uomini per rispondere alla catastrofe ecologica, Obama ha parlato per 10 minuti da una delle spiagge di Grand Isle, in Lousiana, dove si e’ recato ieri per la seconda volta in meno di un mese. Obiettivo: convincere gli americani che sta facendo il possibile e che la Casa Bianca non e’ intervenuta in ritardo. Oggi Obama ha raccolto catrame sulla spiaggia di Port Fourchon, una implicita risposta all’accusa secondo cui non si e’ ancora abbastanza sporcato le mani per combattere questa marea nera senza fine del Golfo del Messico. Almeno cosi’ indicano gli ultimi sondaggi.

All’indomani della sua (lunga) conferenza stampa alla Casa Bianca, nonostante il blitz odierno destinato a mettere in pratica le parole di ieri, Obama continua a non convincere. Sono in molti infatti a credere ancora oggi che l’ Amministrazione Usa si e’ mossa troppo tardi, troppo lentamente, e con poca decisione, lasciando la guida tecnica delle operazioni alla Bp, che in quanto responsabile del dramma possiede ben poca credibilita’. Sono durissime in particolare le parole pronunciate da alcuni politici democratici della Lousiana, come la senatrice Mary Landrieu o l’ex consigliere di Bill Clinton alla Casa Bianca, James Carville. La Landrieu si e’ detta convinta che Obama, che tutto sommato in Louisiana si e’ visto poco ”ne paghera’ il prezzo”, prima o poi. A questo punto, i paragoni con i suoi predecessori alla Casa Bianca sono inevitabili.
Si pensa inevitabilmento a George W. Bush e al suo flop di Katrina del 2005, quando fece scandalo la sua decisione di sorvolare New Orleans messa in ginocchio dall’uragano senza mai scendere dall’AirForceOne, l’aereo presidenziale. Ad Obama sono in molti a rinfacciare una gestione del dramma un po’ troppo a distanza. Il presidente si era recato a Venice, sul Delta del Mississippi, il 2 maggio, ma ci e’ stato poco piu’ di un’ora. Ha seguito un briefing della Guardia Costiera, ha letto una breve dichiarazione alla stampa, ha avuto un breve incontro con una delegazione di pescatori. Il viaggio odierno, pochi chilometri piu’ ad ovest, e’ stato quasi un viaggio fotocopia, con la differenza che Obama ha raccolto un po’ di catrame sulla spiaggia, e che ha parlato poi’ a lungo. Fatto sta che anche questa volta Obama si e’ fermato molto poco in Lousiana, interrompendo per poche ore un fine settimana familiare a Chicago, per il ponte del Memorial Day che lunedi’ segnera’ l’inizio dell’ estate. Che abbia sottovalutato ancora?