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L’Australia sulla strada giusta per Kyoto…grazie alla crisi

31 maggio 2010 0 commenti

AustraliaL’Australia è sulla strada giusta per rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni in base al Protocollo di Kyoto. Lo ha riferito il governo, secondo cui la causa è però da attribuire prevalentemente alla crisi economica globale.

In base al Protocollo, il tetto di emissioni australiane fra il 2008 e il 2012 è pari al 108% rispetto ai livelli del 1990. In pratica, l’Australia ha il diritto di emettere fino all’8% in più di gas serra. Rispetto alla maggioranza dei Paesi europei che, al contrario, devono apportare tagli consistenti, l’obiettivo sembrava non difficile. Invece finora il governo ha avuto grossi problemi a mantenere le emissioni entro questi limiti, a causa della crescita demografica, dell’espansione dell’industria mineraria e del settore elettrico, basato per l’80% sul carbone.

L’Australia è fra i Paesi al mondo con la più alta quantità di emissioni di gas serra pro capite.

Negli ultimi 20 anni le emissioni si sono impennate: nel settore dei trasporti e della produzione di energia l’aumento è stato del 43%. Fra il 2008 e il 2009 invece le emissioni sono diminuite di 13 milioni di tonnellate, “in gran parte a causa della crisi economica globale”, come ha commentato il ministro dei cambiamenti climatici Penny Wong.

Indipendentemente dai parametri di Kyoto, il governo ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni del 5% entro il 2020 rispetto ai livelli del 2000. Secondo l’Australia’s Climate Institute questo traguardo potrà essere raggiunto solo con un sistema di tasse sulle emissioni. Il governo ha fatto passare una legge a favore delle energie rinnovabili, ma un piano più ambizioso che comprendeva anche l’efficienza energetica è stato accantonato a causa della una forte opposizione politica.