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Marea nera: la calotta per ora aspira meno del 20% del flusso

5 giugno 2010 0 commenti

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E ora arrivano i primi dati. La calotta di contenimento posizionata ieri dalla Bp sulla sommità del pozzo danneggiato ha permesso di raccogliere nelle prime 12 ore di operazioni oltre 1.800 barili di petrolio. A riferirlo è la stessa compagnia britannica, che nella serata di ieri (questa notte in Italia) ha comunicato sul suo sito web che 76.020 galloni di greggio, pari a 1810 barili, sono già stati aspirati e incamerati in superficie da una nave cisterna. Secondo la Guardia Costiera i barili recuperati sarebbero circa 1000. La cifra, pur prendendo più buona quella della Bp, rappresenta meno del 20% rispetto al flusso in uscita dal pozzo, che secondo le ultime stime federali ammonta a circa 798.000 galloni al giorno.

La capacità di aspirazione della cupola, ha spiegato l’ammiraglio della Guardia Costiera e coordinatore dello sforzo governativo Thad Allen, è limitata da una serie di fessure che i progettisti hanno realizzato sulla sommità dell’apparecchiatura per consentire a una parte del petrolio di fuoriuscire. La pressione del flusso in uscita dovrebbe infatti impedire l’ingresso di acqua fredda nella calotta, evitando il rischio di formazione di cristalli di idrato, simili al ghiaccio, che andrebbero a ostruire le condutture. La Bp ha comunque assicurato che nelle prossime ore proverà a chiudere le fessure, spiegando che solo a quel punto sarà possibile valutare l’effettiva efficienza del sistema.

Se dalla Bp cominciano ad arrivare segnali di cauto ottimismo il presidente americano Barack Obama avverte che «è ancora troppo presto per essere ottimisti». Giunto ieri in Louisiana per la sua terza visita dall’inizio del disastro ambientale, il presidente ha dichiarato che, nonostante i progressi compiuti, la fine dell’emergenza appare ancora lontana. Obama non ha risparmiato nuove critiche alla Bp, che «conta gli spiccioli» per i risarcimenti agli abitanti delle zone costiere e contemporaneamente spende miliardi di dollari per i dividendi dei suoi azionisti. Il governo Usa, ha detto Obama , è «mobilitato su ogni fronte» e vuole utilizzare «ogni risorsa» per aiutare i residenti a riprendersi. Nel consueto discorso settimanale alla radio e su Intenet, Obama ha detto che la sua amministrazione ha messo in piedi la più grande risposta ad un disastro ambientale nella storia degli Stati Uniti. Più di 1.900 navi e 20mila persone stanno collaborando a ripulire le acque. Obama ha mobilitato anche 17.500 soldati della Guardia Nazionale.

Ma i sondaggi dimostrano che la maggior parte degli americani continua ad essere insoddisfatto della gestione dei 47 giorni della crisi: più del 60 per cento ritiene che Obama e il colosso energetico Bp non stiano facendo abbastanza. Dopo la sua terza missione venerdì in Louisiana, terzo sopralluogo dall’inizio della crisi, Obama ha assicurato che farà in modo che la Bp «paghi ogni singolo centesimo alle persone (danneggiate) lungo la costa». Del resto, anche venerdì sera il presidente Usa aveva esortato la Bp a non lesinare i compensi per i residenti e le aziende coinvolte nella crisi, mentre continua a pagare il dividendo agli azionisti. Quanto all’ennesimo tentativo per turare la falla, Obama non si è sbilanciato: ha detto che sembrano esserci progressi nel tentativo di controllare la fuoriuscita di petrolio tramite il ‘tappò di contenimento, ma è stato cauto: «Come è stato sin dall’inizio della crisi, noi siamo pronti al peggio, anche se speriamo che gli sforzi della Bp portino a notizie migliori di quelle viste finora».