Il Wwf: “Fermiamo la pesca illegale e freniamo quella legale”
Il Wwf punta il dito contro “i governi di tutto il mondo che stanno fallendo nel gestire le acque e regolamentare la pesca, ormai eccessiva e distruttiva”. È quanto si legge nel comunicato stampa, diffuso dall’associazione in vista della Giornata mondiale degli oceani, domani. “Questo saccheggio- dice il Wwf- avra’ serie conseguenze sulla disponibilitaà alimentare per milioni di persone”.
Secondo l’associazione del Panda, ad essere minacciate sono “le aree di ‘alto mare’, cioe’ quelle al di fuori delle giurisdizioni nazionali”. Sono oltre i due terzi degli oceani del mondo, e “circa il 65% degli stock di pesce di alto mare e’ sovrasfruttato; inoltre la pesca a strascico in acque oceaniche distrugge delle barriere coralline”.
Sotto accusa anche la pesca legale in alto mare: “In molti casi- scrive il Wwf- non segue le indicazioni della comunita’ scientifica, mentre i pescatori illegali saccheggiano impunemente, strappando al mare un bottino pari a 1,2 miliardi di dollari ogni anno”. Inoltre, i sussidi dei governi sono “un flagello che incoraggia pescherecci sempre piu’ grandi a inseguire pesci sempre meno numerosi, sostenendo una flotta globale piu’ grande del 50-60% di quanto dovrebbe essere”.
Secondo Marco Costantini, responsabile Mare del Wwf Italia, “si deve contrastare la pesca illegale, poi ci si deve impegnare per impedire la circolazione di navi oceaniche ‘carretta’, alcune delle quali atte al trasporto del petrolio”. Inoltre, “è necessario fare valutazioni di rischio che includano la previsione- dice Costantini- e la quantificazione dell’enorme danno in caso di disastri come quello in corso nel Golfo del Messico, che avra’ conseguenze sugli ecosistemi marini e costieri per almeno 50 anni”.
A proposito di dati, il Wwf cita il ‘Green economy report’ dell’Unione europea secondo cui “in tutto il mondo ci sono 35 milioni di pescatori su 20 milioni di imbarcazioni. Circa 170 milioni di posti di lavoro dipendono direttamente o indirettamente da questo settore, mentre la rete economica collegata alla pesca raggiunge le 520 milioni di persone”.
Nonostante “l’immenso valore del nostro ‘pianeta blu’– commenta il Wwf- meno dell’1% degli oceani del mondo e’ formalmente protetto”. Intanto, in Italia, come spiega Marco Costantini, responsabile Mare del Wwf Italia, “sono state istituite di recente 4 nuove aree marine protette (Torre del Cerrano in Abruzzo, Secche della Meloria in Toscana, Costa degli Infreschi in Sicilia e Santa Maria di Castellabate in Campania)”.
Il prossimo appuntamento per i governi “per raggiungere un accordo per identificare e proteggere ulteriormente aree di particolare importanza ecologica per la tutela dei mari aperti” e’ la conferenza delle Parti della convenzione sulla diversita’ biologica (Cbd), a ottobre, a Nagoya, in Giappone.