Nucleare: già a settembre la lista dei siti. E intanto nasce il secondo consorzio
Sul fronte nucleare si annuncia una autunno caldo. Entro settembre dovrebbe infatti essere pronta la attesissima mappa dei siti nucleari italiani. A riferirlo in audizione in commissione Ambiente al Senato Fedora Quattrocchi, responsabile dell’unità funzionale di geochimica dei fluidi, stoccaggio geologico e geotermia dell‘Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia oltre che membro della task force riunita da Sogin per la scelta delle aree che ospiteranno le nuove centrali nucleari volute dal governo con il ritorno all’atomo. ”La Sogin – ha detto la Quattrocchi – ha aperto il 14 aprile l’iter per iniziare le ricerche per la posizione dei parco tecnologico nucleare”. L’indicazione dei siti dovrebbe essere resa nota intorno al 23 settembre.</stron Naturalmente a meno di (possibili, forse probabili) rinvii. "Per ora, la task force – ha rivelato la dirigente dell'Ingv – non ha preso in considerazione la localizzazione del deposito per le scorie".
Il PIEMONTE SI TIRA FUORI DALLE REGIONI CONTRARIE
Il Piemonte leghista di Roberto Cota non portera’ avanti il ricorso su nucleare avviato dalla precedente amministrazione di centrosinistra guidata da Mercedes Bresso. L’ha annunciato Cota questo pomeriggio, parlando nell’aula del consiglio regionale in occasione di una seduta straordinaria voluta dall’opposizione per affrontare questi temi. ”Esiste – ha detto Cota – un decreto attuativo della legge 99 del 2009 sul nucleare, nota come manovra energetica, contro cui la precedente amministrazione ha fatto ricorso. Questo decreto restituisce alle Regioni la competenza sulla materia, nel senso che a questo punto per la scelta dei siti si tratta di stringere un’intesa fra la Regione interessata e il ministero dello Sviluppo Economico. Da un punto di vista tecnico, e alla luce di un parere autorevole che mi e’ stato fornito da un giurista – ha rimarcato – io ritengo che non ci siano ragioni per proseguire con il ricorso”. La Regione Piemonte sotto la guida della Bresso aveva impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge nazionale del 2009 sull’indicazione dei nuovi siti per l’installazione di centrali nucleari e depositi di scorie. Il ricorso riguardava in particolare gli articoli della legge che permettevano al governo di decidere in quali siti costruire le nuove centrali senza consultare le Regioni interessate.
INTANTO E.ON E GDF_SUEZ CREANO UNA SECONDA CORDATA
Ieri è nata una nuova cordata per il nucleare italiano. La tedesca E.On e la francese Gdf-Suez hanno siglato un protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’atomo in Italia, lanciando cosi’ il guanto di sfida alla cordata italo-francese composta da Enel ed Edf. Il governo italiano punta a coprire nel 2030 il 25% del fabbisogno nazionale con il nucleare e solo la meta’ di questa fetta dovrebbe arrivare proprio dal consorzio Enel-Edf. C’e’ ampio spazio, quindi, per altre cordate che vogliano entrare nell’industria tricolore dell’atomo. Sia E.On che Gdf hanno pero’ voluto sottolineare subito come siano comunque a favore di una forte cooperazione con utility locali, cosi’ come con societa’ energivore italiane. In particolare, le due societa’, ”esamineranno tutti i punti chiave relativi ai nuovi investimenti nelle centrali nucleari come la tecnologia, l’individuazione dei siti e le partnership industriali. Si impegneranno in tavoli di dialogo con le autorita’ nazionali e locali volti a promuovere un quadro regolatorio stabile, chiaro e prevedibile”. Secondo Stephane Brimont, presidente e amministratore delegato di Gdf-Suez Energy Europe, ”l’accordo costituisce un primo passo nella nostra cooperazione per fornire un contributo alla rinascita del nucleare in Italia”. Servira’ pero’ il ”completamento del quadro regolatorio gia’ ben avviato, di una forte partnership industriale aperta ad altri partner italiani e europei e di un processo competitivo per l’acquisizione dei siti nucleari disponibili”. Per Klaus Schafer, amministratore delegato di E.on Italia ”se le condizioni nel mercato italiano evolveranno nella direzione auspicata, la nostra cooperazione con Gdf-Suez potrebbe contribuire nel futuro alla costituzione di un ulteriore consorzio”. Ancora nessun indizio sulla tecnologia che potrebbe venire scelta dal nuovo consorzio, anche se nei giorni scorsi l’americana Westinghouse ha fatto sapere di stare proponendo la sua tecnologia nucleare AP1000, rivale dell’Epr scelto da Enel ed Edf, a tutte le grandi utility europee interessate allo sviluppo del nucleare in Italia. Lo stesso Epr oggi ha subito una battuta d’arresto in Finlandia, dove l’avvio di un nuovo reattore, previsto per la meta’ del 2009, ha subito un ulteriore rinvio e potrebbe arrivare solo nel 2012. Nessuna novita’ nemmeno sul fronte dei siti che potrebbero ospitare le centrali nucleari, ma la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, ha spezzato una lancia a favore di Caorso: ”e’ chiaro che andare a produrre energia nucleare la’ dove ci sono gia’ le centrali e’ certamente una scelta piu’ veloce”.
MURA (IDV): NIENTE CENTRALI A CAORSO
Silvana Mura, coordinatrice dell’Idv in Emilia Romagna attacca il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ieri “ha sollecitato il Governo a privilegiare i siti, come quello di Corso dove esiste già un impianto precedente”. “L’Italia dei Valori _ assicura _ è pronta a fare di tutto per impedire che l’Emilia Romagna sia una delle regioni che dovrà ospitare il nuovo progetto nucleare, fallimentare dal punto di vista economico e rischioso per la salute dei cittadini». «In questo senso sono rassicuranti – tiene a evidenziare Mura – le posizioni ufficiali già assunte dalla Regione Emilia Romagna, ma ci auguriamo anche che Hera, a differenza di quanto si preparano a fare altre partecipate italiane, vorrà rimanere fuori da questo business che si svolge in primo luogo sulla pelle dei cittadini, oltre che dell’ambiente». «Inoltre era ampiamente preventivato che il ritorno al nucleare avrebbe scatenato gli appetiti delle grandi imprese multinazionali in merito alla sua gestione, come dimostrano gli accordi Enel-Edf e E.On – Gdf Suez. Questo, però, – conclude – non è un buon motivo per bruciare ulteriormente le tappe circa la costruzione delle centrali nucleari».