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Marea Nera, Obama: “Ricorda l’11/9″. Intanto Bp entro fine giugno conta di recuperare 50mila barili al giorno

14 giugno 2010 0 commenti

Gulf Oil SpillLa marea nera nel Golfo del Messico avrà conseguenze negative sul futuro degli Stati Uniti in un modo che “ricorda l’11 settembre”. È molto forte il paragone a cui ha scelto di ricorrere Barack Obama per esprimere a pieno la sua preoccupazione, e la sua rabbia, per il disastro ambientale provocato dall’esplosione della piattaforma della Bp. Ma il paragone non è piaciuto ad alcuni dei familiari delle vittime degli attentati delle Twin Towers e del Pentagono che, intervistati dal newyorkese Daily News, hanno lo hanno definito «fuori luogo».

“Quelli sono stati attacchi terroristici, omicidi, non qualcosa provocato da persone che volevano fare soldi» ha dichiarato Jim Riches che ha perso il figlio nell’attacco al World Trade Center. Ed ancora più forte la reazione di Jack Lynch, padre di uno dei pompieri rimasti uccisi nel crollo delle Torri: «i politici non hanno senso della realtà, paragonare un incidente ambientale, se così si deve definire, ad un attentato terroristico premeditato è ridicolo”.

“Nello stesso modo in cui la nostra idea di vulnerabilità e la nostra politica estera sono state profondamente trasformate dall’11 settembre, credo che questo disastro trasformerà il modo in cui noi affronteremo la questione dell’ambiente e dell’energia per molti anni in futuro”, aveva detto il presidente, in una lunga intervista a Politico.

BP: ENTRO FINE GIUGNO 50 MILA BARILI AL GIORNO

Il gruppo britannico Bp prevede di recuperare fino a 50.000 barili (8 milioni di litri) al giorno del greggio sversato nel Golfo del Messico entro la fine di giugno. Lo ha annunciato oggi un responsabile dell’amministrazione americana.

“Dopo essere stata sollecitata dall’amministrazione ad agire più in fretta, la Bp ha intensificato gli sforzi per arginare la fuga di petrolio – ha dichiarato la fonte – ha presentato un un piano per recuperare oltre 50.000 barili al giorno da qui fino alla fine del mese di giugno, due settimane prima di quanto avevano inizialmente proposto”.

Venerdì scorso, la Guardia Costiera americana ha concesso 48 ore alla Bp per organizzarsi in modo da contenere meglio la fuga di petrolio, accusando il colosso petrolifero di non aver fatto abbastanza. In una lettera alla Bp, l’ammiraglio James Watson ha scritto: “Sono preoccupato per il fatto che i vostri attuali piani non prevedono il completo impiego della risorse per arrivare a una capacità di recupero (di greggio) che corrisponda alle nuove stime sullo sversamento”.