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Fao e Ocse lanciano l’allarme: “Quasi un miliardo di persone sono sottonutrite”. E la situazione può peggiorare

15 giugno 2010 0 commenti

AFGHANISTAN-US ATTACKS-ENDURING FREEDOM-HERATI prezzi globali degli alimentari si sono attenuati rispetto ai picchi toccati due anni fa, ma Fao e Ocse e lanciano l’allerta: torneranno a salire nei prossimi 10 anni, mentre la produzione dovrà impegnarsi a tenere il passo.

“Sebbene il pianeta produca cibo a sufficienza per nutrire la popolazione mondiale, i recenti picchi dei prezzi e la crisi economica hanno portato ad un aumento di fame ed insicurezza alimentare”, recita il rapporto annuale congiunto pubblicato oggi dalla Fao, l’ente responsabile di agricoltura e alimentazione delle Nazioni Unite, assieme all’Organizzaizone per la cooperazione e lo sviluppo economico. “Si stima che oggi quasi un miliardo di persone siano sottonutrite”.

I prezzi dei prodotti agricoli di base sono calati “ma è improbabile che ritornino ai livelli medi dell’ultimo decennio”.

Anzi, secondo lo studio grano e cereali rincareranno in media del 15-40 per cento nei prossimi dieci anni in termini reali, ossia rimuovendo il generale aumento dell’inflazione, gli oli vegetali del 40 per cento, e i prodotti caseari del 16-45 per cento. Meno accentuato gli aumenti che si profilano sui prezzi del bestiame, frenati dagli incrementi di produttività, nonostante la domanda mondiale di carne stia crescendo più velocemente di altre derrate, in conseguenza dell’aumento di ricchezza di settori di popolazione nelle economie emergenti, che sta cambiando le abitudini alimentari.

Secondo lo studio un fattore importante dell’incremento generale dei prezzi alimentari p infatti la crescita economica sostenuta e di più lungo termine dei mercati emergenti. “Anche la costante espansione della produzione bioenergetica, spesso per soddisfare obiettivi governativi, contribuirà ad incrementare la domanda di grano, cereali secondari, oli vegetali e zucchero”.

La produzione agricola globale crescerà più lentamente nei prossimi 10 anni rispetto al decennio scorso, ma rimarrà tuttavia in linea con le stime precedenti di aumentare del 70 per cento necessario per soddisfare la domanda dell’accresciuta popolazione. Ma dovranno aumentare sia la produzione che la produttività, e allo stesso tempo servirà un sistema commerciale ben funzionante, per assicurare che il cibo possa trasferirsi dalle zone con produzione in eccedenza a quelle con produzione deficitaria.