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I capodogli alleati nella lotta ai cambiamenti climatici: le loro feci eliminano le emissioni di CO2

16 giugno 2010 0 commenti

AUSTRALIA HUMPBACK WHALES HARVEY BAYI capodogli degli oceani del sud del mondo sono inattesi alleati nelle lotta al cambiamento climatico perchè grazie alle loro feci eliminano emissioni di Co2 per l’equivalente di 40mila auto. Lo afferma uno studio che smentisce la diffusa convinzione che i cetacei contribuiscano con la respirazione a incrementare i gas serra in atmosfera: è solo una parte dell’effetto complessivo, spiega uno studio pubblicato sulla rivista scientifica britannica Proceedings of the Royal Society.

Con un calcolo eroico, un gruppo di biologi australiani ha stimato che i circa 12.000 capodogli che si ritiene popolino gli oceani dell’emisfero sud disperdano nell’acqua con le feci circa 50 tonnellate di ferro l’anno, provenienti dai pesci – calamari, polipi e simili – che fanno parte della loro dieta. Il ferro è un cibo ideale per il fitoplancton, i microscopici vegetali marini che vivono poco sotto la superficie del mare e assorbono Co2 dall’atmosfera con la fotosintesi.

A seguito delle fertilizzazione operata attraverso le feci, i capodogli rimuovono dall’atmosfera 400mila tonnellate di Co2 l’anno, mentre ne emettono con la respirazione 200mila. La differenza, 200mila tonnellate, equivale alla Co2 emessa da 40mila auto a passeggeri secondo l’Agenzia per la protezione ambientale. La ricerca spiega che le feci dei capodogli sono fertilizzanti particolarmente efficaci perchè sono esse in forma liquida e a ridosso delle superficie, prima che i cetacei si inabissino.

Perciò la caccia industriale alle balene non solo minaccia i capodogli, ma rischia di eliminare un importante “bacino” di Co2, il temine scientifico con il quale si indica qualcosa che elimina più Co2 di quanta ne emetta. Sempre secondo lo studio, prima della caccia su larga scala alle balene, la popolazione di questa specie era dieci volte quella attuale e contribuiva perciò a rimuovere due milioni di tonnellate di Co2 l’anno. Gli oceani dell’emisfero sud sono ricchi di azoto, ma non di ferro, essenziale per il fitoplancton.

Secondo gli scienziati, che hanno osservato che i capodogli si raggruppano in aree specifiche, c’è un chiaro legame tra la disponibilità di cibo e le feci. Un legame che potrebbe spiegare il “paradosso del krill”: gli esperti hanno da tempo riscontrato che quando vengono uccisi i misticeti, che si nutrono appunto di krill, la quantità di microscopici crostacei nell’area cala decisamente, perturbando l’intera catena alimentare.