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Allarme pesticidi nel piatto: in Italia quasi un frutto su due è contaminato

18 giugno 2010 0 commenti

pesticidiIn Italia aumentano i prodotti contaminati da uno o più residui di pesticidi, salgono anche i campioni irregolari e diminuiscono, di conseguenza, quelli regolari senza tracce di molecole chimiche. Ma soprattutto cala il numero dei campioni analizzati. Nonostante gli sforzi tesi a una riduzione dell`uso della chimica di sintesi in agricoltura, anche quest`anno la quantità di residui di pesticidi rilevati nei campioni di ortofrutta e derivati risulta eccessivamente elevata.

Lo dice Legambiente, che oggi ha presentato il rapporto ‘Pesticidi nel piatto 2010′ e che ha elaborato i dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e laboratori zooprofilattici.

Rispetto allo scorso anno il dossier evidenzia una maggiore presenza di campioni ‘multi residuo’, ovvero di campioni che presentano contemporaneamente più e diversi residui chimici. Tra le verdure il 76,4% dei campioni risulta regolare senza residui (erano l`82,9% nel 2009); 45 sono i campioni fuori legge (1,3% contro lo 0,8% dello scorso anno), mentre il 22,3% risulta contaminato da uno (15,8%) o più residui (6,5%, erano il 3,5% nel 2009).

Diminuiscono i campioni di frutta irregolari per residui oltre i limiti consentiti o per molecole non autorizzate (dal 2,3% dello scorso anno all`1,2%), mentre aumentano quelli regolari ma contaminati da uno (22%) o più residui (26,4%) che passano nel complesso dal 43,9 al 48,4%. Tra i prodotti derivati (come miele, pane, vino) il 77,7% risulta regolare senza residui (erano l`80,5% nel 2009); il 10,3% è regolare con un residuo e il 9,3% contiene più di un residuo contemporaneamente. Il 2,7% risulta invece addirittura irregolare (39 campioni su 1.435), una novità rispetto agli anni precedenti, quando la percentuale era pari a zero.

In totale, tra il 2009 e il 2010, i campioni di alimenti analizzati nei quali è stata riscontrata la presenza di più di un residuo chimico sono passati dal 12,2% al 15,3%. Quelli regolari con un solo residuto erano 15,3% e sono diventati il 17,4%.

“La normativa vigente ha portato ad un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l`armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito ha rappresentato un importante passo in avanti”, ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente: “Il rapporto registra poi un lento, ma graduale miglioramento rispetto agli anni passati, a testimonianza della maggiore attenzione da parte degli operatori agricoli alla salubrità dei cibi e alle richieste dei consumatori, sempre più favorevoli ai prodotti provenienti da un`agricoltura di qualità. Nonostante ciò, però, risulta ancora troppo alta la percentuale dei prodotti contaminati da uno o più tipi di pesticidi”.

Nell`elaborazione dei dati raccolti quest`anno Legambiente avverte su casi particolari di prodotti ‘multi contaminati’, come un campione d`uva bianca analizzato in Sicilia con 9 diversi residui di pesticidi; un campione di pere analizzato in Campania con 5 diversi residui chimici; un campione di vino analizzato in Friuli Venezia Giulia con 6 diversi residui chimici. Tra i risultati da segnalare merita sicuramente attenzione quello dei 5 campioni di pane fuori legge analizzati in Piemonte e quello dell`insalata con tracce di DDT analizzato in Friuli Venezia Giulia, dove si registrano anche tre campioni di vino contaminati da Procimidone.