Home » Redazione Ecquo » Apertura, Politiche »

Le associazioni ambientaliste: “La manovra taglia fondi ai parchi naturali. Rischio paralisi”

18 giugno 2010 0 commenti

parco naturale“I parchi nazionali e le aree marine protette costano agli italiani quanto un caffe’ all’anno, ma la manovra finanziaria approvata dal governo e in discussione al parlamento prevede la riduzione dei costi addirittura del 50%”.

E’ la denuncia di un cartello di associazioni ambientalite (394 associazione nazionale dipendenti aree protette, Aidap associazine italiana direttori e funzionari aree protette, Aigap associazione italiana guardaparco, Cts, Istituto Pangea onlus, Fai, Federparchi, Italia Nostra, Lipu, Legambiente, Marevivo, Unione per i parchi e la natura d’Italia, Wwf”. In queste ore le associazioni ambientaliste e del mondo dei parchi hanno consegnato le proposte di emendamento alla commissione Bilancio del Senato, per chiedere di modificare il decreto, “perche’ ci sia un futuro della conservazione della natura in Italia”.

Per i parchi “la riduzione stimata dei costi non e’ superiore a 20 milioni di euro all’anno, a fronte della paralisi, del blocco e quindi della chiusura degli enti parco nazionali e dei consorzi di gestione delle aree marine protette”. Riducendo lo stanziamento ordinario annuale del 50% “si andrebbe molto al di sotto delle spese accertate necessarie per la quotidiana sopravvivenza”. Risultato? “Fine dei controlli ambientali, fine della prevenzione anti bracconaggio, fine del monitoraggio continuo di biodiversita’ e dissesto idrogeologico, fine della tutela delle principali sorgenti su Alpi ed Appennini, fine della accorta gestione di fiumi e paludi, montagne e pianure, colline e foreste, per non parlare dello straordinario patrimonio marino e di beni culturali ricompresi nei gioielli naturali del Paese.

Dopo la denuncia, “chiediamo che gli enti gestori delle aree naturali protette- dicono dal cartello di associazioni- siano esentati dalle misure della finanziaria e che si discuta in Parlamento per approfondire la realta’ della natura gestita in Italia (oasi, riserve, parchi, aree marine) al fine di cogliere i lati positivi ed innovativi di una gestione spesso creativa e capace, oltre che esaminare i non pochi problemi presenti ed individuarne la cura”.

Per le associazioni, infine, “sarebbe davvero incredibile che un Paese culla di civilta’, culture e natura come l’Italia dovesse sciogliere i propri parchi nazionali e le altre aree protette alle soglie del suo 150mo anniversario di fondazione e proprio nell’anno internazionale per la biodiversita’”.