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Marea nera, un operaio della Deepwater Horizon: “Bp sapeva dei problemi al sistema di sicurezza”

21 giugno 2010 0 commenti

Marea nera nel Golfo del MessicoUn operaio della Deepwater Horizon riportò ai suoi superiori della Bp l’esistenza di problemi nel sistema di sicurezza della piattaforma alcune settimane prima dell’esplosione che ha provocato la morte di 11 operai e la catastrofe ambientale nel Golfo del Messico. È quanto riporta la Bbc che ha intervistato l’operaio, Tyrone Benton, che afferma che la falla non fu aggiustata, ma invece fu spento il meccanismo diffettoso. E fu deciso di continuare le operazioni avvalendosi solo di un secondo sistema di sicurezza.

Al programma Panorama, che andrà in onda questa sera, Benton ha spiegato che il sistema difettoso era il cosiddetto “blowout preventer” (Bop), meccanismo che impedisce le fughe di gas, e quindi le esplosioni, ed è naturalmente l’elemento più importante dei sistemi di sicurezza di una piattaforma. “Abbiamo notato una falla nel sistema ed abbiamo informato gli uomini della compagnia – è il racconto di Benton all’emittente britannica – loro hanno una stanza di controllo da dove possono spegnere il meccanismo ed accenderne un altro, così non devono fermare la produzione”.

La Bp afferma che era la compagnia proprietaria della piattaforma, la Transocean, responsabile delle operazioni e della manutenzione di quel sistema di sicurezza. Benton ha raccontato ancora che il suo supervisore inviò un e-mail sia ai responsabili della Bp che della Transocean per denunciare il problema. La Bbc ha poi intervistato il professor Tad Patzek, esperto di operazioni petrolifere dell’università del Texas, che ha definito “inaccettabile” la decisione di spegnere il sistema difettoso e di inserirne un secondo: “di fronte a prove di malfunzionamento del blowout preventer, bisogna cercare di aggiustarlo con tutti i mezzi a disposizione”.