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Balene, brutte notizie per i giapponesi: le carni sono inquinate da metalli pesanti

25 giugno 2010 0 commenti

capodoglioMangiare carne di balena non solo fa male all’ambiente mettendo potezialmente a rischio alcune specie, non solo pè eticamente discutibile, ma fa anche male alla salute. E questa è una pessima notizia per quei popoli come i giapponesi (ma non solo) che ancora considerano la carne dei cetacei una ghiottoneria.

Un gruppo di scienziati americani che ha passato cinque anni raccogliendo campioni di tessuto di caposoglio ha scoperto livelli impressionanti di metalli pesanti tossici nella carne degli animali. I livelli di cadmio, alluminio, cromo, piombo, argento, mercurio e titanio messi insieme sono i più elevati mai riscontrati in un mammifero marino, affermano gli studiosi. L’analisi delle cellule dei capodogli dimostra che l’inquinamento ha raggiunto gli angoli più remoti degli oceani, dalle profondità polari al nulla dei mari equatoriali, dice il biologo Roger Payne, f ondatore e presidente di Ocean Alliance, che ha condotto la ricerca.
“L’intera vita degli oceani è pervasa di contaminanti e la maggior parte di essi è stata dispersa dall’uomo” spiega Payne in un’intervista a margine dell’assemblea della Commissione baleniere internazionale. “Penso che questi contaminanti stiano minacciando l’alimentazione umana. Certamente minacciano le balene e altri animali marini”.

Il ketch “Odyssey”, con a bordo il gruppo di scienziati, era partito nel 2000 da San Diego, in California, per documentare la salute degli oceani raccogliendo campioni di tessuto dei capodogli che si avventurano in tutti i mari del mondo, dai poli ai tropici. Come gli umani, sono in cima alla catena alimentare marina. In agosto 2005 aveva raccolto campioni della grandezza di una gomma per cancellare da 955 cetacei, utilizzando un arpione che non disturbava gli animali. I campioni sono stati poi analizzati dal tossicologo marino John Wise dell’Università del Maine meridionale.E’ stato anche confrontato il Dna per garantire che due campioni non provenissero dallo stesso animale. L’obiettivo del viaggio era di misurare i composti chimici noti come inquinanti organici persistenti, ma in unsecondo tempo si è cominciato a studiare i metalli. I ricercatori sono rimasti sbalorditi dai risultati.

Anche se era impossibile sapere in quali mari fossero stati i cetacei, i metalli pesanti erano presenti nel grasso che si forma nelle rigide zone polari, il che indica che i metalli erano stati ingeriti molto lontano dal luogo di dispersione in acqua. “Quando lavori con un composto sintetico mai esistito in natura e lo trovi nel corpo di una balena che proviene dall’Artico o dall’Antartico, ti dice che è stato prodotto dagli uomini ed è arrivato all’interno della balena” spiega Payne. Come ciò sia accaduto non è chiaro, ma i contaminanti probabilmente sono stati trasportati dalle correnti o dal vento. “La sorpresa più grande è stata il cromo” dice Payne. “E’stato uno shock assoluto. Non lo cercavamo neppure”. Il cromo, un metallo resistente alla corrosione, si usa nell’acciaio, nelle vernici, nei coloranti e nella concia delle pelli e può causare il cancro ai polmoni in chi vi è a contatto per lunghi periodi. Wise ha applicato
del cromo a cellule sane di capodoglio e ne ha studiato gli effetti, rilevando che la concentrazione di metallo trovata negli animali è molto più elevata di quella che basta ad uccidere le cellule in laboratorio. Un’altra sorpresa è stata la presenza di alluminio, usato nel packaging, nelle pentole e nel trattamento delle acque, i cui effetti sono sconosciuti.