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‘Alex’ prende forza: operazioni a rischio rallentamento, evacuati alcuni lavoratori. Uno studio: gli abitanti del Golfo rischiano danni alla salute

29 giugno 2010 0 commenti

Marea nera, top killIl rafforzamento di Alex, la tempesta tropicale che dovrebbe a breve trasformarsi in uragano, rischia di rallentaare gli sforzi della Bp per aumentare la raccolta di petrolio nel Golfo del Messico.

Secondo le previsioni, Alex si muove lentamente dalla penisola dello Yucatan verso le acque meridionali del Golfo e sta ruotando lontano dai principali impianti di estrazione petrolifera: è dunque ben più a sud della zona colpita dalla marea nera e secondo i vertici Bp, non dovrebbe danneggiare il sistema per recuperare il greggio allestito dal colosso petrolifero nè i piani di perforare un paio di altri pozzi entro agosto.

Ma i forti venti creano problemi e le onde alte fino a 4 metri rischiano di rallentare il progetto di collegare un altro sistema di cattura del petrolio (le stime attuali di Bp parlano di 28mila barili al giorno recuperati, l’aggiunta prevista dovrebbe portare a 53mila barili giornalieri).
Intanto, mentre come misura precauzionale, Shell Oil Co, Exxon Mobil Corp, Anadarko Petroleum Corp. e Apache Corp hanno evacuato i lavoratori non essenziali dalle piattaforme più vicine al cammino di Alex, alla borsa di Londra le azioni Bp continuano a scendere.

Il giorno dopo quello in cui fonti a New York hanno detto che la Federal Reserve sta verificando i potenziali rischi sistemici posti dalla società, le azioni hanno perso un ulteriore 1,7 per cento. E secondo gli analisti di JpMorgan il crollo del prezzo delle azioni, attualmente ai minimi da 14 anni, mette l’azienda a rischio di scalata.

La marea nera nel frattempo ha raggiunto la spiaggia di Biloxi, una delle più rinomate località turistiche del Mississippi. L’arrivo del petrolio ha fatto scappare i turisti. Segnalazioni analoghe erano pervenute da altre zone costiere del Mississippi e dell’Alabama.

10 MILIONI PER CHI RISOLVE IL PROBLEMA

Trovare una soluzione per il disastro nel Golfo del Messico potrebbe fare bene al portafoglio oltre che all’ambiente. La X Prize Foundation ha infatti lanciato un premio da 10 milioni di dollari per tappare la falla che ogni giorno disperde nell’oceano migliaia di barili di petrolio. L’annuncio è arrivato ieri dal vice-presidente della fondazione, Francis Beland, durante la conferenza stampa “TEDxOilSpill” a Washington.

Simili premi sono stati organizzati dalla X Prize Foundation in altre occasioni, come quello offerto a chi riusciva a inventare veicoli ad alto risparmio energetico, per trovare una tecnologia in grado di individuare la sequenza del Dna e per missioni con robot sulla Luna. Ancora non si sa quali debbano essere i requisiti dei partecipanti. Tutte le informazioni saranno disponibili nelle prossime settimane. Ma non si sa nemmeno se Bp, causa del disastro, lascerà veramente carta bianca al vincitore.

ALLARME SALUTE

Intanto da una conferenza tenutasi a New Orleans arriva l’allarme: gli abitanti del Golfo del Messico colpiti dalla marea nera rischiano danni alla salute fisica e mentale a lungo termine, da problemi genetici e neurologici fino all’alcolismo e al suicidio.

Sembra che delle 400 perdite di petrolio rilevanti degli ultimi anni solo 7 siano state studiate dal punto di vista epidemiologico, e si sono concentrate sugli effetti a breve termine dell’esposizione ai composti organici volatili:’’Tutti hanno dato risultati preoccupanti – dichiara Nalini Sathiakumar dell’università dell’Alabama – l’esposizione a questi composti, conosciuti per essere cancerogeni, ha provocato danni agli occhi, neurologici e alla pelle, oltre che patologie di reni, polmoni e fegato’’.

L’unico studio a medio termine viene dalla Spagna e segue il disastro della Prestige del 2002. Nei lavoratori sono stati trovati dei danni al Dna provocati dalle sostanze organiche, anche se del tipo che viene ‘riparato’ dall’organismo. Un altro studio ha evidenziato che dopo il disastro della Exxon Valdez in Alaska sono aumentati i casi di alcolismo e suicidio.