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Marea nera, ‘Alex’ ora è uragano. Sospese alcune operazioni, onde alte fino a 4 metri. Avanti il piano di contenimento, per ora.

30 giugno 2010 0 commenti

SPACE HURRICANE ALEXLa tempesta tropicale Alex si è trasformata in uragano, il primo della stagione atlantica 2010: il ciclone dovrebbe toccare terra sulle coste al confine tra Messico e degli Stati Uniti e adesso il timore è che metta in crisi gli sforzi di Bp e dell’amministrazione per arginare la marea nera.

L’arrivo del primo uragano della stagione ha già fatto sospendere alcune operazioni in corso (gli incendi controllati, i voli per lanciare dall’alto i solventi chimici e il collocamento delle boe galleggianti).

Non solo: le onde alte fino a quattro metri hanno rallentato i piani per montare un terzo sistema che pompi il greggio in superficie; la Bp invece per adesso non ha interrotto nè l’attuale piano di contenimento del petrolio nè i lavori per aprire altri pozzi entro agosto.

Alex si è rafforzato sulle calde acque del golfo e si è trasformato in un uragano di categoria uno,la più bassa nella scala di intensità Safr-Simpson che ne ha cinque.

Con venti che soffiano a 120 chilometri all’ora, sempre più forti man mano che l’uragano si avvicina a terra, l’uragano dovrebbe abbattersi al confine tra il Messico e il sud del Texas tra mercoledì notte e l’alba di giovedì. Per precauzione sono state evacuate alcune piattaforme del Golfo del Messico e il presidente Usa, Barack Obama, ha dichiarato lo stato di emergenza in Texas.

La NOAA (l’Amministrazione nazionale per gli Oceani e l’atmosfera degliStati Uniti) prevede nella stagione degli uragani sull’Atlantico, che inizia il primo giugno e termina il 30 novembre, la formazione tra 14 e 23 tempeste e tra 8 e 14 uragani, che interesseranno Caraibi, Cenmtro-America e Golfo del Messico.

Intanto gli Stati Uniti accetteranno gli aiuti di 12 paesi per tentare di fermare la fuga di petrolio e lottare contro le conseguenze della marea nera: lo ha annunciato ieri il dipartimento di Stato. “Gli Stati Uniti accetteranno 22 proposte di aiuto presentate da 12 paesi e organizzazioni internazionali”, ha indicato il dipartimento di Stato con un comunicato.

Imbarcazioni ad alta velocità che permettono di recuperare il petrolio in superficie e dighe mobili anti incendio, proposte dal Giappone, fanno parte degli aiuti accettati dagli Stati Uniti, si precisa nel comunicato senza aggiungere ulteriori informazioni.

Le autorità americane, al momento, stanno lavorando sulle modalità di consegna di questi aiuti.