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La Forestale scopre un traffico illegale di rapaci in via d’estinzione. Il WWF: “Commercio fiorente”

1 luglio 2010 0 commenti

Gola del Furlo: reinserimento aquilaPrelevavano uccelli rapaci in via d’estinzione dal loro habitat naturale, li allevavano in cattività e li immettevano sul mercato clandestino con false certificazioni Cites.

Sono 17 le persone indagate per ricettazione e commercio illegale di specie protette. Rischiano da tre mesi a un anno di carcere e fino a 75.000 euro di ammenda. 45 gli animali finora sequestrati.

L’inchiesta della procura di Caltanissetta è partita grazie alle informazioni raccolte sul territorio da alcuni membri del Network Traffic del WWF, collaboratori tecnici dell’Università di Palermo.

Circa 50 agenti della Sezione Investigativa Cites del Corpo Forestale dello Stato di Roma e Palermo, coadiuvati dal personale tecnico del Wwf Italia, hanno effettuato contemporaneamente decine di perquisizioni in tutta Italia, scoprendo un traffico esteso dalla Lombardia alla Sicilia e collegato a vari soggetti in Belgio, Spagna, Austria e Germania.

Importante il giro d’affari: un certificato Cites riciclato da un esemplare morto valeva 2000 euro, una coppia di aquile fino a 8000 euro. Ad acquistare gli animali erano collezionisti, parchi zoologici di tutto il mondo e varie scuole di falconeria dei paesi arabi.

IL WWF: “UN SUCCESSO IMPORTANTE”

Il WWF esprime grande soddisfazione per l’operazione annunciata oggi dal CFS di contrasto al traffico illegale di rapaci e altre specie rare come cicogne nere svolta dal Servizio investigativo Cites del Corpo Forestale dello Stato e la collaborazione del network TRAFFIC del WWF Internazionale . Anche grazie all’aiuto di associazioni di tutela locali, come la Mediterranean Association for Nature (MAN) e la collaborazione di esperti del Laboratorio di Zoogeografia ed Ecologia Animale dell’Università di Palermo l’azione di contrasto è stata portata a termine efficacemente.

“Questa operazione mette a segno un importante successo di contrasto del mercato mondiale di specie selvatiche proprio nell’Anno internazionale della Biodiversità – ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia – E’ un’operazione che conferma quanto il WWF , grazie al lavoro anche sotterraneo svolto dal suo network TRAFFIC per il contrasto al traffico illegale di specie animali e vegetali, denuncia da anni rispetto alla recrudescenza del fenomeno del prelievo illegale di rapaci nel Bacino Mediterraneo. La dimensione dell’operazione deve far porre attenzione grande su questo mercato di animali vivi dietro cui si nasconde un fiorente mercato illegale che rischia di compromettere definitivamente la conservazione di specie sempre più rare, in particolare i rapaci, animali importantissimi per gli equilibri naturali”.

Soprattutto per l’aquila del Bonelli, il Lanario ed il Capovaccaio, tra le specie interessate da quest’ultima operazione, chi ancora oggi razzia gli ultimi nidi rimasti sui nostri territori – per il Capovaccaio parliamo di appena 5/6 coppie nidificanti, poche di più circa 15/18 per l’Aquila del Bonelli – commette un vero crimine contro la diversità biologica dato che, se non si interviene seriamente e subito, saranno praticamente estinte in Italia in pochi anni: per queste specie siamo oramai “agli sgoccioli” ed è necessario non solo bloccare il mercato illegale ma anche intervenire seriamente per la conservazione sul territorio con attività utili ad aumentare i tassi di involo e la sopravvivenza dei giovani.

“La Sicilia insieme alla Calabria e alla Basilicata rappresentano ancora la roccaforte di queste specie – dichiara Massimiliano Rocco, responsabile dell’Ufficio TRAFFIC del WWF in Italia – E’ qui che è urgente intervenire seriamente, passando dalle parole ai fatti, proteggendo il territorio che conserva i nidi di queste ultime coppie, impiantando progetti di sorveglianza, di aiuto alimentare e di ripristino delle condizioni ambientali ecologiche indispensabili a questi animali. Occorre che le istituzioni, come il Ministero dell’Ambiente e le regioni interessate, si impegnino seriamente per non fare estinguere questi animali, simbolo degli ambienti aridi, impervi e selvaggi del nostro Mediterraneo”.

“Importante è poi non allentare la rete dei controlli – continua Massimiliano Rocco del WWF Italia – Queste indagini dimostrano come il mercato ci sia e sia ancora fiorente e come si cerchi di eludere la legge con false o scambi di certificazioni, scambi di animali, cattivo uso del sistema dei marcaggi. Per questo le nostre Autorità CITES devono essere messe in grado di operare per bene e di prestare puntuale attenzione alla questione della nascita in cattività con la quale sempre più spesso si cerca di “lavare” animali di provenienza illegale. Dai dati raccolti sul campo dai tecnici del network TRAFFIC del WWF, solo negli ultimi due anni sembrerebbero essere stati prelevati dai nidi almeno 7/8 pulcini di Aquila del Bonelli, con gravi conseguenze sul tasso di involo e quindi sulla conservazione della specie in Sicilia. Il WWF continuerà a dare il massimo supporto alle istituzioni anche nelle fasi successive del sequestro a partire dalle azioni giudiziarie che ne scaturiranno.