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Goletta Verde: In Emilia Romagna inquinate sei foci di fiumi su otto

2 luglio 2010 0 commenti

PortoTolle
Ancora una volta, è allarme foci. Goletta Verde di Legambiente ha presentato i dati sulla qualità delle acque dell’Emilia-Romagna e ha lanciato un sos-foci: sei sulle otto sono fortemente inquinate. Si tratta delle foci di Ausa, Conca, Marano, Marecchia, Rubicone e Uso. Contaminate anche quelle del Savio e del Volano, spiega Goletta Verde, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, a conclusione della tappa emiliano-romagnola.

I dati sono stati illustrati da Giorgio Zampetti, coordinatore scientifico Legambiente, Barbara Semprini Cesari, presidente Legambiente Rimini, Marco Sebastiano, segreteria Legambiente Emilia-Romagna, Luigi Rambelli, presidente Legambiente Turismo, e Mauro Stambazzi, direttore Arpa regionale. Focalizzate sui punti critici, le analisi dei biologi di Goletta Verde hanno evidenziato una situazione di allarmante sofferenza alle foci dei fiumi, con grave rischio anche per le zone limitrofe. Situazione peggiorata rispetto allo scorso anno. Infatti, mentre nel 2009 le foci di Uso e Marano erano risultate inquinate, quest’anno sono gravemente inquinate. Nonostante gli attuali limiti di legge siano assai piu’ generosi rispetto ai vincoli normativi che sono stati in vigore fino alla scorsa estate. Ma le minacce per il mare arrivano anche dalle acque prelevate nei pressi degli scarichi dei depuratori risultate con una concentrazione di inquinamento microbiologico ben oltre i limiti di legge. Inquinamento che non risparmia neanche le zone di maggior pregio. Come dimostra un campionamento aggiuntivo effettuato a Comacchio, in localita’ Porto Garibaldi, nel canale navigabile che si trova di fronte al depuratore, in via Marina. ”Il principale indiziato dell’inquinamento microbiologico rilevato – ha spiegato Zampetti – e’ l’insufficiente depurazione, messo in crisi anche dall’aumento estivo del carico antropico. Da notare che la situazione e’ emersa nonostante questa estate sia entrata in vigore la nuova normativa sulle acque di balneazione, con criteri piu’ permissivi rispetto al precedente Dpr 470/1982.

Con il recepimento della nuova direttiva europea che rende piu’ permessivi i criteri per la balneabilita’, molte localita’ rischiano di risultare meno inquinate solo perche’ e’ cambiata la legge. Al contrario per risolvere definitivamente i problemi di trattamento delle acque reflue non servono ‘colpi di spugna’ normativi, ma risorse economiche e nuovi cantieri per colmare quel deficit di depurazione che in Emilia-Romagna lascia oltre 900 mila cittadini, 21% del totale, senza servizio di depurazione”. Le criticita’ del quadro depurativo della Regione sono in parte legate all’afflusso turistico nei periodi di punta, in parte a reti fognarie assenti e sistemi di depurazioni insufficienti a supportare la depurazione dei reflui urbani. Se la media regionale per il servizio di depurazione e’ del 79%, a livello dei singoli capoluoghi di provincia si registrano casi di citta’ virtuose, come Modena, Bologna e Parma, la cui efficienza depurativa copre rispettivamente il 100%, il 98% e il 97% della popolazione, e casi meno eccellenti. A Ferrara e Forli’, ad esempio, il servizio di depurazione arriva alle soglie dell’83 e dell’85%, lasciando scoperte rispettivamente qussi 23 mila persone e oltre 23 mila. A Reggio Emilia il servizio depurativo copre l’85% della popolazione, lasciando non serviti quasi 28 mila residenti. Ravenna e Rimini raggiungono una soglia di depurazione del 94%, ma il servizio non arriva, rispettivamente, a oltre 9 mila e oltre 8 mila abitanti.

Pur avendo un’ottima soglia di servizio depurativo, infine, Bologna e Parma lasciano scoperti oltre 7 mila e 5 mila residenti. La questione di scarichi e depurazione per una citta’ come Rimini, che vive prevalentemente di turismo balneare, e’ un tema particolarmente delicato: ”Se e’ vero che il nostro capoluogo ha una buona copertura del sistema di depurazione, e’ altrettanto vero che in occasione di forti precipitazioni il sistema fognario va in tilt e vengono aperti tutti gli scarichi a mare – ha commentato Barbara Semprini Cesari – Non e’ una sorpresa, purtroppo, che le foci di Marecchia e Ausa risultino fortemente inquinate. Apprezziamo l’impegno del Comune che approvando un atto di indirizzo per lo sdoppiamento della rete fognaria, dimostra di voler finalmente affrontare la questione. Ma non deve risolversi tutto in una mera dichiarazione di intenti. Infatti un Piano Generale delle Fogne era stato gia’ approvato nel 2006, con priorita’ individuate e interventi programmati ma poi ben poco e’ stato fatto. Per risolvere il problema alla radice occorrono investimenti cospicui e tempi certi per l’applicazione di azioni pianificate ed efficaci”. Purtroppo le brutte notizie arrivano anche dalle acque e dalle coste. ”In questo caso, pero’, il pericolo non arriva dai batteri, bensi’ dalla pesca di frodo, dal cemento, dalle speculazioni edilizie e dal continuo consumo di suolo – ha illustrato Sebastiano – Come denunciato dal rapporto Mare Monstrum 2010 di Legambiente, infatti, sono stati sequestrati 13 mila chili di pesce per pratiche di pesca illecite che minacciano l’intero settore. Ma sono stati registrati anche 122 casi di abusi su demanio marittimo. Considerando anche scarichi illegali e infrazioni al codice della navigazione l’Emilia Romagna ha fatto registrare 2,2 illeciti per km di costa”.