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Marea nera, Alex si indebolisce. Intanto è ecatombe di animali: 7 specie a rischio estinzione

2 luglio 2010 0 commenti

USA GULF OIL SPILLSi ridimensiona l’uragano Alex, il primo della stagione, che dopo soli due giorni è tornato a essere tempesta tropicale. Gli abitanti delle regioni del Golfo del Messico, che già sono impegnati a combattere gli effetti della marea nera riversata sulle loro coste dalla piattaforma della BP, hanno tirato un respiro di sollievo. Nel suo breve ciclo, l’uragano, con i suoi venti a una velocità di 170 chilometri l’ora, e due tornado di scorta, ha comunque provocato 14 morti e 20mila sfollati in Messico e mille nel Texas.

Ma il passaggio di Alex non è stato comunque indolore. Malgrado sia stato declassato al rango di tempesta tropicale, ritarderà l’arrivo nel Golfo del Messico di una terza nave, Helix Producer, destinata a recuperare il petrolio che fuoriesce dalla piattaforma della Bp. Lo ha riferito l’ammiraglio Thad Allen, responsabile delle operazioni di pulizia, nel corso di una visita alla Casa Bianca per informare il presidente Barack Obama della situazione nel Golfo.

Il gruppo petrolifero britannico ha affermato di sperare di poter raddoppiare la quantità di petrolio recuperata grazie a questa terza nave, arrivando a 53mila barili al giorno.

Le cattive notizie non arrivano mai sole. Secondo il gruppo ambientalista Planet Earth, sono almeno sette le specie animali, a rischio estinzione nel Golfo del Messico. Il petrolio potrebbe avere effetti letali su uccelli e pesci, come il pellicano bruno, alcune specie di squali e il ‘tonno blu’. Allarme rosso anche per le tartarughe marine.

Come se non bastasse, si aggiunge anche la coincidenza del periodo: è sia il momento della deposizione delle uova, sia delle grandi migrazioni di uccelli abituati ad attraversare il Golfo del Messico proprio tra aprile e giugno.

L’ultimo rapporto ufficiale rilasciato dalla National Oceanic Atmospheric Administration (NOAA), parla chiaro: nella zona della marea nera sono stati finora trovati morti 1.165 uccelli, 436 tartarughe e 51 mammiferi marini (delfini). Gli animali entrati a diretto contatto con il petrolio sono stati 858 uccelli (di cui 250 gia’ ripuliti e liberati), 101 tartarughe (di cui 3 curate e liberate) e 2 delfini (uno e’ stato e liberato).