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Fai e Wwf in coro: “Il taglio dei fondi colpisce i servizi essenziali dei parchi”

5 luglio 2010 0 commenti

parco naturale“Con i parchi si vogliono cancellare servizi essenziali a difesa della natura, dal camoscio d’Abruzzo, all’orso marsicano e l’orso bruno alpino, dalla lontra al gipeto per citarne solo alcuni”. Il Fai e il Wwf ricordano come i parchi garantiscano “servizi antibracconaggio e antincendio, vigilanza contro i reati ambientali, per la tutela effettiva dei piu’ importanti valori naturalistici racchiusa in circa 10% del nostro territorio piu’ prezioso (circa 20% se si considerano anche le aree tutelate dall’Europa), nonche’ un’importante esperienza di educazione e formazione ambientale”.

Per questo il taglio del 50% dei bilanci dei parchi, che sono tra gli enti vigilati dallo Stato per i quali la Manovra correttiva 2011-2012 vorrebbe il dimezzamento dei finanziamenti, “mette gli enti di gestione delle aree protette nell’impossibilita’ di operare e, quindi, a rischio di chiusura”.

Il Fai e Wwf, che sostengono la posizione contraria al taglio del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, ricordano che i parchi per il loro funzionamento ricevono dal ministero dell’Ambiente “un finanziamento che complessivamente ammonta a circa 50 milioni di euro”. Tale finanziamento “già oggi non consente di coprire le esigenze di completamento di tutte le piante organiche e di meglio garantire alcune esigenze gestionali primarie come, ad esempio, quelle della vigilanza”.

Fai e Wwf le due associazioni ricordano che “alla cifra di 50 milioni si e’ arrivati dopo significative riduzioni operate nel corso del tempo”. Il contributo ordinario per i parchi nazionali ha infatti “negli ultimi anni avuto il seguente andamento: 44.889.581.35 di euro nel 2005, 41.180.000.00 di euro nel 2006, 52.114.207.38 di euro nel 2007, 55.343.310.00 di euro nel 2008, 51.972.000.00 di euro nel 2009. E va considerato che il bilancio 2009 e’ stato poi successivamente decurtato di circa 2,5 milioni di euro (fondi stornati per il terremoto in Abruzzo) e che il bilancio 2010 prevede una ripartizione similare a quella del 2009 pur non essendo ad oggi ancora approvato”.

Già  da un paio di anni i parchi nazionali “sostanzialmente non ricevono contributi ordinari in conto capitale, le somme erogate sono dunque destinate alla spesa corrente”. Tra queste voci “particolare rilievo assume il personale soprattutto per qui parchi che per legge hanno avuto la stabilizzazione del personale precario, arrivando con questo ad un superamento delle piante organiche prestabilite”. Oltre a ciò vanno considerati “i costi di gestioni delle sedi, i costi per la vigilanza ambientale, per l’antincendio, per gli indennizzi di taglio boschivo o di danni alla fauna”. Il resto delle spese dei parchi (compresi servizi essenziali quali quelli dell’educazione ambientale o della promozione delle aree protette) “è davvero cosa risibile sotto il profilo finanziario”.