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Smog: bastano 7 giorni e aumenta il rischio cardiocircolatorio

5 luglio 2010 0 commenti

ciminiera
Basta passeggiare per una settimana in una citta’ inquinata, e lo smog puo’ cambiare il Dna fino a favorire la trombosi, ovvero coaguli di sangue che nei casi piu’ pericolosi portano a ictus o infarti. del tempa si parlerò al 21° convegno internazionale sulla trombosi, che si aprira’ domani a Milano.

”Gli effetti dell’inquinamento atmosferico non si fermano all’apparato respiratorio – spiega Andrea Baccarelli, responsabile del Centro di epidemiologia molecolare del Policlinico di Milano – ma coinvolgono molti altri distretti dell’organismo, tra cui il sistema cardiocircolatorio. Uno studio da me guidato, in collaborazione con il centro Trombosi del Policlinico, dimostra che l’inquinamento da polveri sottili e’ causa di un notevole incremento del rischio di trombosi venosa profonda, tanto che per ogni aumento di 10 microgrammi di PM10 per metro cubo d’aria si ha un incremento del 70% del rischio di trombosi”.

Lo smog, poi, e’ anche in grado di modificare il Dna con un processo chiamato ‘metilazione’: e’ un meccanismo che accade anche
in natura, in cui si aggiungono particolari gruppi chimici (i ‘metili’) alla doppia elica. Il problema e’ che quando questa metilazione e’ ‘sregolata’, il Dna non funziona piu’ come dovrebbe. ”Abbiamo scoperto – spiega Baccarelli – che in cellule di persone esposte all’inquinamento il livello di metilazione del Dna cambia rispetto a chi non lo e’. I risultati dimostrano che respirare aria inquinata puo’
mettere a soqquadro il nostro Dna, determinando la riprogrammazione della funzione dei nostri geni anche soltanto dopo sette giorni caratterizzati da livelli di inquinamento sopra la soglia”.

La cosa interessante, sottolinea l’esperto, e’ che ”nella stessa popolazione in cui si e’ osservata una consistente diminuzione della metilazione di particolari regioni del genoma, in concomitanza di picchi di inquinamento, si e’ anche osservato un aumento della frequenza di infarti e ictus. Questo ci fa sospettare che i due fenomeni siano legati”. Inoltre, gli scienziati si sono accorti che ”e’ come se vivere esposti al traffico e allo smog ci facesse invecchiare prima. Si tratta di risultati importanti non solo per definire meglio i meccanismi che legano l’inquinamento alle malattie trombotiche, ma anche per trovare possibili soluzioni. L’elemento interessante di
questi cambiamenti del Dna – conclude Baccarelli – e’ che sono reversibili: quindi, se troviamo un modo per invertirne la rotta, possiamo pensare di ridurre gli effetti nocivi dell’aria inquinata, pur non riuscendo a ridurre l’inquinamento di per se”’.