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Dissesto idrogeologico, situazione drammatica in Italia: “Il 7% del territorio ad alto rischio, comprese 3458 scuole e 89 ospedali”

8 luglio 2010 0 commenti

FranabisEventi meteorologici violenti “evidenziano la drammatica situazione di vulnerabilita’ per il territorio italiano (negli scorsi 9 mesi, le situazioni piu’ gravi in Sicilia, Calabria, Toscana, Campania), cui non e’ garantito un’adeguata sicurezza idrogeologica”. Nei piu’ recenti 80 anni, segnala l’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni- Anbi, “si sono registrate ben 5.400 alluvioni e 11.000 frane”. Secondo il ministero dell’Ambiente, “il 68,6% dei comuni (in Valle d’Aosta, Umbria, Molise, Calabria e Basilicata e’ il 100%) ricade in aree classificate ad alto rischio idrogeologico, che interessano il 7,1% della superficie del paese (2.150.410 ettari)”. In tutto cio’, “ci sono ben 3.458 scuole e 89 ospedali minacciati da frane o inondazioni”.

Nonostante questi numeri, lamenta l’associazione in una nota, “si registra, anche quest’anno nel Documento di programmazione economico-finanziaria un’assoluta mancanza di attenzione per i problemi concernenti la manutenzione del territorio”. Eppure si calcola che, annualmente, l’Italia spenda, in media, “oltre un miliardo di euro per le emergenze, che vedono coinvolte circa 5.000 persone”.

Prevenire o quantomeno ridurre il rischio idrogeologico “sarebbe possibile- avverte l’Anbi- infatti il 25% delle località, colpite da frana, e’ recidiva ed il 40% delle alluvioni si ripetono nei medesimi siti”. Lo stesso governo “ha indicato in 44 miliardi di euro (27 per il Centro Nord, 13 per il Sud, 4 per il patrimonio costiero) il fabbisogno necessario per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto sul territorio nazionale”.

A fronte di ciò l’associazione ha redatto e presentato un Piano pluriennale per la riduzione del rischio idrogeologico: gli interventi, elaborati dai consorzi di bonifica ammontano a “4.183 milioni di euro da realizzarsi attraverso mutui quindicinali: è una cifra importante pari, pero’, solo al 20% di quanto speso, nel decennio 1994-2004, per riparare i danni da catastrofi idrogeologiche”.

In tempi di ripensamento della spesa pubblica, a giudizio dell’Anbi questo e’ “un modo virtuoso di allocare le risorse per poter risparmiare nell’immediato futuro (senza contare le vittime, che i disastri naturali comportano)”.

Questi i temi che saranno affrontati nell’assemblea Anbi del prossimo 14 luglio (al centro congressi dell’ hotel Parco dei principi, a Roma)