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Antartide: il programma nazionale di ricerca festeggia i primi 25 anni. Dopo una lunga Quaresima, arrivano nuovi finanziamenti

10 luglio 2010 0 commenti
La base italo fracese di Dome Condordia, sul plateau antartico

La base italo fracese di Dome Condordia, sul plateau antartico

Il Pnra è stato un gioiello della ricerca italiana. Perforazioni di ghiacci che ci hanno scelato la storia del clima globale, il primo ‘film’ del Big Bang, i pesci trasparenti: sono da record le scoperte fatte dai ricercatori italiani nei 25 anni del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), che nel 1987 ha permesso all’Italia di entrare nel Trattato Antartico e che è stato a Roma con una cerimonia al Quirinale. ”E’ un bilancio positivo, quello di questi 25 anni”, con un investimento di 550 milioni e l’impegno di 2.000 ricercatori, ha detto il presidente della Commissione scientifica per le ricerche in Antartide, Carlo Alberto Ricci. Al Pnra partecipano i maggiori enti pubblici di ricerca, come Enea, Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Istituto Nazionale di Geosifica e Vulcanologia (Ingv) e Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs). ”Abbiamo condotto – ha detto Ricci – progetti che hanno meritato riconoscimenti nazionali e internazionali”, come Epica (premio Cartesio), che ha permesso di ricostruire oltre 800.000 anni di storia del clima globale, Boomerang (premio Balzan), che ha prodotto la prima mappa dell’universo com’era subito dopo il Big Bang, Taldice (Ambasciatore della Biodiversita’), che ha permesso di studiare ghiaccio antico 250.000 anni. ”Nel tempo – ha proseguito Ricci – la presenza italiana in Antartide si e’ consolidata e arricchita di risultati prestigiosi, ha dimostrato la capacita’ di muoversi con i suoi mezzi attraverso il continente ed ha avviato collaborazioni in tutta l’Antartide”.

Nato dalla spinta dell’allora ministro della Ricerca Antonio Ruberti, di Felice Ippolito e del ‘papa” del Pnra, Mario Zucchelli, l’impegno dell’Italia in Antartide e’ cresciuto costantemente fino alla spedizione 2005-2006. ”L’ultima con un finanziamento congruo, poi sono arrivati i tagli – ha osservato Ricci – e da allora c’e’ stato un andamento altalenante, con un calo significativo dei finanziamenti negli ultimi anni”. Dai 30 milioni assegnati alle spedizioni dal 2001 al 2005 si e’ passati a 10-12 milioni, ”sufficienti per l’ordinaria amministrazione e che permettono di fare ben poca ricerca”. In questa situazione e’ difficile anche organizzare la logistica, che oltre ai trasporti di attrezzature, rifornimenti e personale deve occuparsi della manutenzione di due basi (la ”Mario Zucchelli”, che si trova sulla costa a Baia Terra Nova, e la italo-francese Concordia, a 3.000 metri di quota sul plateau). Per molti versi somigliano a strutture spaziali, poste come sono in un ambiente estremo.

”Dopo 25 anni la base Zucchelli comincia a soffrire di vecchiaia, considerando inoltre le bassissime temperature cui sono sottoposti i materiali”, ha detto il direttore del Consorzio per l’attuazione del Pnra, Antonino Cucinotta. ”In futuro – ha aggiunto – bisognera’ pensare a cambiare il materiale obsoleto: alcune componenti della base meriterebbero una manutenzione straordinaria o di essere sostituite”.

Sul futuro, pero’, dopo molti anni bui e finanziamenti ridotti al lumicino, ora non c’e’ pessimismo. ”Siamo fiduciosi – ha detto Ricci – considerando che il ministero per l’Universita’ e la Ricerca ha dimostrato attenzione e interesse per il Pnra, ci auguriamo che operi in modo che ci siano altri 25 anni del Programma. Credo – ha concluso- che ci siano le precondizioni per cui l’Italia rimanga nel Tratto Antartico”.

NAPOLITANO: NO A TAGLI MESCHINI

Il presidente Napolitano ha colto l’anniversario dei 15 anni del Pnra per strigliare chi negli anni ha chiuso i cordoni della borsa senza avere una capacità di visione complessiva. I soldi pubblici _ ha detto il Presidente _ devono essere spesi ”con severita’ e sobrieta”’, tenendo conto della difficolta’ della fase attuale, ma spese e tagli devono essere decisi senza ”meschinita’ e ristrettezze di vedute”, tenendo conto della loro effettiva giustificazione e delle conseguenze per il futuro. Nel Salone delle Feste del Quirinale c’erano i responsabili del Programma nazionale di ricerca in Antartide varato 25 anni fa, che ha dato grandi risultati e prestigio internazionale all’Italia. Dal 2003, pero’, hanno detto i responsabili, c’e’ stato ha un drastico taglio del finanziamento annuo che era previsto nella legge finanziaria ed ora e’ affidato a contribuzioni del CNR piu’ modeste che non permettono di proseguire nel programma varato insieme alla Francia, nostro partner principale.

Il ministro Maria Stella Gelmini, presente alla cerimonia, ha annuncuato un nuovo finanziamento deciso dal CNR. Napolitano ne ha preso atto con soddisfazione e ha ribadito che gli impegni internazionali devono essere mantenuti. Se si hanno riserve sull’utilita’ di un progetto da finanziare, ha detto, si deve dire chiaramente, e se ne deve discutere apertamente e si deve decidere motivatamente. ”Dunque, facciamo tutte le verifiche opportune, necessarie. Affrontiamo – ha detto – con tutta la serieta’ indispensabile anche il tema delle priorita’ da osservare in una complessiva politica di sviluppo della ricerca scientifica. Ma quando assumiamo impegni in sede internazionale, di qualsiasi natura, non possiamo poi, dopo qualche anno, ripensarci e sottrarci alle responsabilità che abbiamo assunto”. Il presidente della Repubblica ha inoltre invitato a decidere con ”il senso del futuro, indispensabile per guidare l’Italia”. ”Commisuriamo le nostre disponibilita’ – ha detto Napolitano – ai mezzi di cui possiamo disporre oggi e nel prossimo futuro, ma non chiudiamoci nemmeno nella strettoia di decisioni immediate, in una fase molto complessa e turbolenta che impone anche un ridimensionamento del nostro bilancio dello Stato, della nostra spesa pubblica. Non chiudiamoci – ha concluso – in questo orizzonte di breve periodo, guardiamo piu’ lontano al ruolo che deve svolgere il nostro Paese, agli sviluppi che piu’ in generale deve assumere la ricerca scientifica sul piano nazionale e internazionale. E guardiamo a queste questioni con quel senso del futuro che è indispensabile per guidare il nostro Paese”.

GELMINI: FINANZIAMENTO SALIRA’ A 18 MILIONI

La prossima spedizione italiana in Antartide, 2010-2011, potra’ contare su un finanziamento di 18 milioni da
parte del ministero per l’Universita’ e la ricerca. ”Il ministero ha sempre seguito le attivita’ del Pnra con difficolta’ sul piano economico, ma con partecipata attenzione”, ha detto il ministro Gelmini in chiusura della cerimonia. ”E così – ha aggiunto – il ministero ha approvato un finanziamento di 18 milioni per il Pnra: 6 milioni in piu’ rispetto al finanziamento del 2009 e 10 in piu’ rispetto a quello del 2008”. Il fatto, ha proseguito il ministro di ”essere riusciti a racimolare queste risorse e’ la prova del partecipato interesse del governo per la ricerca in Antartide”.

RICERCATORI: BENE I 18 MILIONI MA SERVE DI PIU’. E PIU PROGRAMMAZIONE

Il finanziamento di 18 milioni e’ una boccata d’ossigeno per la ricerca italiana in Antartide, ma quello che il mondo scientifico chiede e’ una programmazione a lungo termine. ”I 18 milioni non sono i 20 che avevamo valutato necessari, ma sono comunque oltre il 50% rispetto ai fondi dello scorso anno e testimoniano l’impegno a sostenere il programma”, ha detto il presidente della Commissione scientifica per le ricerche in Antartide, Carlo Alberto Ricci, a margine della cerimonia organizzata oggi al Quirinale per i 25 anni del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra). ”Tuttavia – ha aggiunto – un sistema nel quale il finanziamento viene dal ministero, senza l’impegno di una legge statale, non consente di pianificare una programmazione. Siamo grati al ministro della notizia, ma la spedizione comincia fra tre mesi e bisogna ancora organizzare tutto”. Analoga la posizione del direttore del Consorzio per l’attuazione del Pnra, Antonino Cucinotta: ”I 18 milioni sono un buon finanziamento, considerando la congiuntura internazionale. Peccato che arrivi tardi, cosi’ a ridosso della spedizione: faremo del nostro meglio”. I tempi della spedizione sono obbligati perche’ condizionati dal clima: il periodo utile per fare ricerche in Antartide e trasportare li’ uomini e mezzi e’ l’estate australe. Di conseguenza con l’estate tutto deve essere gia’ pianificato in modo da partire in ottobre. Per uno dei veterani della ricerca italiana in Antartide, il geofisico Ignazio Ezio Tabacco, dell’universita’ di Milano, ”il finanziamento di 18 milioni testimonia una grande sensibilita’ da parte del governo. Ci danno un po’ di respiro, ma sono comunque 7 milioni in
meno rispetto al fabbisogno”. Piu’ amare le considerazioni su quanto e’ accaduto negli ultimi anni, nei quali e’ avvenuta una
progressiva riduzione dei fondi: ”e’ iniziato un processo di ‘corruzione’ della dignita’ e della scienza” che ”nasce in pochissimo tempo ma che puo’ andare avanti a lungo: per tornare allo spirito dei primi 15 anni ci vorra’ una generazione”.