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Perizia accusa: c’è un nesso tra le emissioni di Radio Vaticana e i tumori dei bambini nella zona

14 luglio 2010 0 commenti

vati“Lo studio suggerisce che vi sia stata una associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini, e che gli impianti di MariTele (antenne della Marina Militare. ndr), in modo limitato e additivo, abbiano plausimibilmente contribuito all’incremento di quel rischio”.

Sono queste le conclusioni della superperizia disposta dal gip del tribunale di Roma rispetto alle morti da elettrosmog avvenute tra il ‘90 e il 2003, nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo, nella quale erano indagate 6 persone. Le conclusioni del rapporto di 139 pagine sono firmate dal professor Andrea Micheli.

L’accertamento è stato disposto dal gip Zaira Secchi nel maggio 2005, ed è stato svolto in sede di incidente probatorio e riguarda l’incidenza della mortalità da leucemia nelle zone di Cesano e La Storta. “Per quanto concerne lo studio di mortalità relativo alle strutture di Radio Vaticana, le condizioni di prova richiesta si sono verificate”, si spiega. E poi si aggiunge che “rischi importanti” per la “fascia di esposti tra i 5 e i 9 chilometri dall’emittente, per almeno 10 anni, di donne e uomini di tutte le età, dove il rischio di morte per tumori emolinfopoietici”.

In base alla alla perizia del professor Micheli, visto che la leucemia è una patologia “relativamente rara” negli adulti, l’esposizione di lungo periodo (oltre dieci anni) alle antenne di Radio Vaticana per i bambini sino a 14 anni di età, che hanno abitato nella fascia tra 6 e 12 km, ha determinato un eccesso di incidenze di leucemie e linfomi. Nei casi di decessi di adulti, invece, gli esperti nominati dal giudice hanno evidenziato “un’associazione importante, coerente e significativa” tra i malati e quelli che hanno abitato a poca distanza da Radio Vaticana, associazione che non sembra sia stata supportata da prove decisive nel caso degli impianti della Marina.

Nel documento si tengono in considerazione gli aspetti anagrafici della popolazione investigata, la storia di tabagismo (fumo attivo e passivo), l’esposizione da alcol sulle patologie familiari e sui decessi complessivamente avvenuti negli ultimi anni nelle aree vicine a Radio Vaticana (137 morti) e a Maritele (141). L’inchiesta della Procura di Roma, prima che venisse affidata la perizia, chiamava in causa Roberto Tucci, Pasquale Borgomeo e Costantino Pacifici (responsabili dell’emittente della Santa Sede) e Gino Bizzarri, Vittorio Emanuele Di Cecco e Emilio Roberto Guarini, della Marina Militare.

I primi tre erano finiti sotto processo per ‘getto pericoloso di cose’, in relazione all’emissione nociva di onde elettromagnetiche provenienti dagli impianti radiofonici di Santa Maria di Galeria. Pacifici, però, era stato completamente assolto in primo grado, mentre per Tucci e Borgomeo (poi deceduto) la corte d’appello, dopo una prima assoluzione che era stata annullata dalla Cassazione, aveva stabilito il “non doversi procedere” per intervenuta prescrizione del reato.

Ora il pm Stefano Pesci dovrà decidere i prossimi passaggi. Di sicuro i difensori depositeranno, entro le prossime settimane, all’attenzione del magistrato, le conclusioni dei consulenti di parte, tra cui figura anche il professor Umberto Veronesi.