Home » Redazione Ecquo » Inquinamento »

La ricerca: nel Parco della Sila un’aria pulita da primato europeo. “Salvaguardiamolo”

14 luglio 2010 0 commenti

silaUna ricerca di Stefano Montanari e Antonietta Gatti, esperti mondiali di Nanopatologie, hanno rilevato a Tirivolo, nel parco avventura Orme nel Parco (Zagarise) all’interno del Parco Nazionale della Sila, un’aria pulita “da primato europeo”.

I risultati della ricerca sono stati illustrati stamane dallo stesso Montanari, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta al Centro Visita “Antonio Garcea”, in località Monaco nel Comune di Taverna (CZ), alla presenza del presidente dell’Ente Parco Nazionale della Sila, Sonia Ferrari, e del direttore Michele Laudati, del presidente della GH Calabria che gestisce il parco avventura Orme nel Parco, Massimiliano Capalbo.

La relazione dell’esperto in Nanopatologie ha posto in evidenza questo importante problema, in quanto lo stesso Montanari, cosciente del fatto che il risultato è stato raggiunto per puro caso, ha sottolineato la necessità che il territorio venga controllato e salvaguardato da possibili invasioni.

“Il contributo dei Parchi attualmente – ha detto Sonia Ferrari – è fondamentale per diversi motivi. Non solo per la tutela dell’ambiente, ma anche per lo sviluppo di aree che spesso sono svantaggiate e che, grazie all’operato dei Parchi, possono sfruttare delle occasioni di sviluppo sostenbile ed economico. I Parchi svolgono anche una funzione sociale, essendo dei luoghi di incontri e di coesione in generale. – Siamo ben felici di avere con noi oggi il Dr. Montanari, esperto mondiale di Nanopatologia, e di condividere le sue attese e speranze di investimenti economici volti alla ricerca, peraltro sostenuta dalla Comunità Europea. Tuttavia dobbiamo tristemente prendere atto che oggi assistiamo a dei tagli finanziari preoccupantissimi per gli Enti Parco.”

Anche il direttore del Parco, Laudati, ha sostenuto l’eccezionalità della scoperta della purezza dell’aria in Sila, ed ha illustrato una serie di importanti scoperte ottenute negli ultimi anni nel Parco Nazionale, quali per esempio la presenza della lontra, del tritone crestato, del coleottero ‘cucujus cinnaberinus’.

“Una notizia dunque che inorgoglisce l’intera Calabria – ha dichiarato Massimiliano Capalbo della GH Calabria – e che serve da ulteriore stimolo a preservare in sinergia l’intero territorio. Soltanto una forte rete che dimostri di comprendere appieno la ricchezza di cui la Calabria è in possesso può servire a fare in modo che una notizia come questa non sia soltanto un fatto limitato nel tempo e circoscritto al momento della scoperta, ma coinvolga e responsabilizzi tutte le forze politiche e le stimoli ad impegnarsi a tutelare al meglio il proprio territorio”.