Home » Redazione Ecquo » Agricoltura »

Svolta OGM in Europa, reazioni contrastanti. Legambiente: “Bene così”. Greenpeace: “Attenzione al doppio gioco della Ue”

14 luglio 2010 0 commenti

mais2“Con la proposta di oggi, la Commissione prende atto finalmente e definitivamente che non si può imporre la coltivazione degli organismi geneticamente modificati sulla testa dei cittadini”.

Lo dichiara Francesco Ferrante, responsabile agricoltura di Legambiente, commentando l’approvazione odierna della nuova strategia sugli ogm da parte della Commissione europea.

“In Italia e in Europa – prosegue Ferrante – i consumatori dicono chiaramente no agli ogm nei piatti e gli agricoltori hanno scelto la strada della qualità perchè consapevoli che solo la tutela della salute, della tipicità dei prodotti e dei territori può garantire all’agricoltura italiana ed europea la forza per competere nel mondo globalizzato”.

“È importante – aggiunge il responsabile agricoltura di Legambiente – che la revisione della normativa in materia preveda la certezza del diritto per gli Stati membri, in modo che possano garantire senza alcun contenzioso il divieto di coltivazione di ogm. E che preveda, inoltre, che le Regioni possano stabilire regole per la coesistenza che impediscano ogni contaminazione seppur accidentale delle coltivazioni convenzionali e di quelle biologiche. Il Governo italiano deve ora dar retta all’opinione pressoché unanime di agricoltori, consumatori, ambientalisti e scegliere la strada della qualità, della ricerca e dell’innovazione ma con un chiaro no agli ogm delle multinazionali che oggi a Bruxelles sono state sconfitte. In questi mesi finché non entrerà in vigore la nuova normativa, va garantita in Italia e nel resto d’Europa la moratoria per la coltivazione delle varietà transgeniche. Il caso della patata geneticamente modifica Amflora, autorizzata a marzo scorso, deve rimanere un caso isolato”.

 

GREENPEACE: “ATTENZIONE AL ‘DOPPIO GIOCO’ DELL’UE”

 “Attenzione al ‘doppio gioco’ dell’Ue sulle autorizzazioni ogm: nel tentativo di cavarsela con la sua agenda pro-ogm, il presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso, offre agli Stati membri dei divieti nazionali, ma solo a patto che chiudano un occhio sulle preoccupazioni per salute e sicurezza durante il processo di autorizzazione di nuovi ogm. Ma i divieti nazionali non possono sostituire una procedura di sicurezza scientificamente valida a livello europeo. La contaminazione da ogm non si ferma ai confini nazionali”. E’ quanto sostiene in una nota Federica Ferrario, responsabile della campagna Ogm di Greenpeace.

“Barroso- continua Ferrario- sembra pensare che gli Stati membri vogliano vietare gli ogm per ragioni politiche e che le preoccupazioni scientifiche sollevate per anni siano solo chiacchiere. Queste preoccupazioni sono reali, e la proposta di oggi e’ solo un rimedio temporaneo. Invitiamo il governo italiano e gli altri Stati membri a respingere l’attuale proposta. Fino a quando la procedura di valutazione dei rischi delle colture geneticamente modificate non sara’ adeguatamente implementata- conclude l’esponente di Greenpeace- nessun nuovo ogm dovrebbe essere autorizzato”.

BOVE': “MOBILIYAZIONE CONTRO QUESTO MERCATO DEI FESSI”

“Bisogna mobilitarsi per respingere questo mercato dei fessi e ottenere un’Europa senza ogm”. Così l’eurodeputato francese verde, nonché vicepresidente della Commissione dell’agricoltura del Parlamento Ue, Josè Bové sulla proposta della Commissione Ue che lascia agli Stati membri la possibilità di decidere se coltivare prodotti geneticamente modificati.

Secondo l’ex leader degli agricoltori francesi, la Commissione Ue non ha mai nascosto la sua volontà di fare avanzare le colture transgenetiche in Europa.

“La Commissione prende oggi un’iniziativa che non fa onore alla democrazia’’, afferma Bovè. “Incapace di fare emergere una posizione comune tra gli Stati, e sorda alle domande dei cittadini che respingono sempre massicciamente gli Ogm, la Commissione si propone ancora una volta di imporsi a forza”.

 

 CAPANNA: “LA RESA DELLE LOBBY”

“La decisione della Commissione europea di lasciare libertà di scelta ai singoli Stati sulla coltivazione di ogm rappresenta la resa delle lobby del biotech”. Cosi’ in una nota Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, commenta l’approvazione da parte della Commissione europea della proposta del presidente Barroso di modificare la normativa vigente sulla coltivazione di organismi geneticamente modificati.

“In questa storia le notizie sono tre: una buona, una cattiva, una cosi’ cosi’. La buona notizia- spiega Capanna- e’ che appena un anno fa la Commissione era impegnata in un braccio di ferro con i Paesi membri che avevano invocato la clausola di salvaguardia contro le coltivazioni del mais Mon810, mentre adesso cambia registro. Evidentemente la politica degli Stati e delle Regioni europee libere da ogm, che hanno legittimato il principio giuridico delle norme di salvaguardia, e’ stata piu’ forte della pressione delle lobby, risultata fallimentare. Cosi’ come a fallire e’ stata la stessa politica decisionista della Ue, che non ha saputo interpretare ne’ la volonta’ del blocco dei Paesi che avevano invocato la clausola di salvaguardia (Italia, Francia e Germania in testa), ne’ le legittime richieste delle Regioni, continuamente minacciate di interventi sanzionatori. E ora preferisce la soluzione pilatesca di affidare ai singoli paesi la responsabilita’ della scelta”.

“La notizia cattiva- prosegue il presidente della Fondazione Diritti Genetici- e’ che il passaggio della questione della coesistenza tra agricoltura transgenica, convenzionale e biologica dal dossier del commissario all’Agricoltura a quello del commissario alla Salute e’ un vero e proprio colpo di coda.

Ci fara’ tornare alla situazione precedente la direttiva 2001/18, poiche’ quello della salute e’ il terreno su cui meglio si muovono le lobby del biotech che, come i cittadini ben sanno, sono le stesse della chimica e del farmceutico. La notizia cosi’ cosi’- conclude Capanna- e’ che resta da vedere nel dettaglio quali saranno le valutazioni che i singoli Stati potranno addurre per vietare le coltivazioni di ogm sui propri territori”.