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Tagli ai Parchi, Prestigiacomo: “Se non ripristinano i fondi, ne dovrò chiudere almeno la metà”

19 luglio 2010 0 commenti

parco“Bisogna ripristinare i fondi per i parchi, altrimenti sarò costretta a chiuderne almeno la meta’”.

Cosi’ Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente, dalle colonne del ‘Corriere della sera’, lancia l’allarme sui tagli previsti della manovra ai danni- tra gli altri- del sistema dei parchi nazionali italiani. “Con il decreto della manovra e’ stato tagliato il 50% dei fondi destinato ai contributi ordinari per gli enti- denuncia Prestigiacomo- e fra questi figurano gli enti parco”.

Certo, prosegue il ministro dell’Ambiente, “comprendo e condivido le ragioni della politica del rigore, ma in questo caso a fronte di un risparmio minimo si rischia di provocare un danno gravissimo”.

Dopo i tagli, ricorda il ‘Corriere’, per le aree protette si finisce per stanziare appena 29 milioni l’anno, “e questo quando qualche anno fa erano a disposizione 80 milioni- dice Prestigiacomo- mentre solo due anni fa, quando cioè si e’ insediato il governo Berlusconi, ne erano previsti 66”. 29 milioni che, per la titolare dell’Ambiente, non bastano nemmeno a pagare le bollette, oltre agli stipendi del personale.

“Stiamo parlando della gestione di 24 parchi nazionali esistenti più altri quattro che sono già stati costituiti ma non sono ancora attivi- avverte Prestigiacomo- e questo nella linea del ministero che e’ quella di incentivare la costituzione dei nuovi parchi nazionali”.

Soldi ai parchi, magari con un provvedimento anche successivo alla manovra che reintegri i fondi ai parchi, chiede e propone Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente, altrimenti dovra’ chiudere la meta’ degli enti. “E con che cuore posso fare la scelta?- si chiede Prestigiacomo- comincio dal Parco delle Cinque Terre? La Majella? Il Parco nazionale d’Abruzzo? Il Pollino? La Sila? Il Cilento? Le Dolomiti?”.

La scelta del ministro dell’Ambiente e’ quella di salvare le aree protette, motore economico di aree depresse e forma di tutela della natura che oltrettutto attira turisti e relativo giro d’affari. Come spiega Prestigiacomo “bisogna rendersi conto che i nostri parchi nazionali non sono soltanto dei gioielli naturalistici del paese, ma sono anche giacimenti di biodiversita’ con un potenziale economico molto rilevante”.

I numeri sono chiari. “Negli ultimi sette anni il turismo nei parchi nazionali e’ aumentato del 34% rispetto al 19% del turismo in generale- segnala il ministro dell’Ambiente- e bisogna considerare che il giro d’affari legato al sistema turistico nei parchi nazionali e’ il 10% dell’indotto complessivo del turismo”.

Infime, “sono la prima che sostiene la lotta agli sprechi, ma in questo caso lo spreco significherebbe tagliare via la meta’ dei parchi- conclude Prestigiacomo- spreco cioe’ di natura, di opportunita’ di sviluppo, di nuove possibilita’ di lavoro”.