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Onda nera, la chiazza in Cina si espande: 180 km quadrati. Per fermarla arrivano i batteri ‘mangia petrolio’

21 luglio 2010 0 commenti

China Pipeline ExplosionsLa marea nera continua a espandersi, anche nel Mar Giallo. Se l’Occidente continua a interessarsi alla perdita di greggio dal pozzo della Bp nel Golfo del Messico, la Cina sta vivendo da pochi giorni il suo disastro ambientale, cercando di nasconderlo il più possibile al mondo.

Venerdì, due oleodotti della compagnia petrolifera statale sono esplosi nella città portuale di Dalian, nel nord-est del Paese; l’incendio sprigionatosi è stato spento dopo 15 ore. Nessuna persona è morta o è rimasta ferita nell’incidente.

Il petrolio, però, continua a inquinare il Mar Giallo, dove si è formata una macchia di 180 chilometri quadrati. La preoccupazione del governo, ora, è quella di fare in modo che il greggio non raggiunga le acque internazionali.

Gli ambientalisti di Greenpeace Cina hanno scattato alcune fotografie dell’area, prima di essere cacciati: si vedono spiagge nere per il petrolio e operai intenti a portar via un collega completamente ricoperto dal greggio.

Il vicesindaco di Dalian, Dai Yulin, ha dichiarato all’agenzia Xinhua che 40 navi specializzate arriveranno entro stasera sui luoghi del disastro, insieme a centinaia di imbarcazioni da pesca. Per la pulizia del mare, impiegati anche batteri ‘mangiapetrolio’.

Intanto, secondo la stampa di Hong Kong, ci sarebbe stata la prima vittima dell’onda nera cinese: un giovane pompiere sarebbe affogato venerdì scorso mentre cercava di rimettere in funzione una pompa sottomarina che era stata danneggiata.