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Marea nera, scoppia il caso delle foto ritoccate. Imbarazzo Bp: “Non succederà più”

22 luglio 2010 0 commenti

bpScrupolosi ingegneri al lavoro, think tank in riunione, monitor giganti osservati senza soluzione di continuità. Tutto vero, o quasi. Perché un attento blogger statunitense ha scoperto che le foto pubblicate dalla Bp sul centro di comando di Houston per seguire la perdita di greggio nel Golfo del Messico erano ‘taroccate’.

“Se dai false risposte al problema nel Golfo, suppongo tu sia capace anche di falsificare una foto” è stato il commento di John Aravosis, il blogger di Americablog.com che ha smascherato il ritocco (malfatto) delle foto.

La Bp ha precisato di aver soltanto chiesto al fotografo di ‘riempire’ tre dei dieci monitor che appaiono nella foto del centro di comando, che erano bianchi. Quindi, nessuna “cattiva intenzione” ha spiegato Scott Dean, portavoce della Bp, che ha poi pubblicato la foto originale. L’uso di Photoshop, insomma, è stato fatto solo per un’esigenza grafica.

Ma numerosi ritocchi sono stati scoperti in altre foto, l’ultima riguarda due piloti di un elicottero in volo mentre osservano le navi impegnate nei lavori per contenere l’emergenza. In realtà, come ha scoperto un giovane blogger, l’elicottero era parcheggiato sul ponte di una nave, l’immagine era un fotomontaggio, neanche troppo accurato.

“Non succederà più”. Questa l’assicurazione di Scott Dean, portavoce di Bp Ma l’imbarazzo è evidente.

La conclusione data dal sito del Washington Post sembra sempre più veritiera: la Bp non è certo più capace di lavorare con Photoshop che di risolvere il problema della marea nera.

EFFETTO MAREA NERA, SI MUOVONO 4 COLOSSI

Quattro colossi petroliferi si sono alleati per creare un sistema di risposta a future emergenze come quella della marea nera nel Golfo del Messico.

Le americane Exxon Mobil, Chevron e ConocoPhillips e la anglo-olandese Royal Dutch Shell hanno annunciato che stanzieranno ognuna 250 milioni di dollari (195 milioni di euro) per creare un’organizzazione senza scopo di lucro, la Marine Well Containment Company, pronta a intervenire in caso di fuoriuscite di greggio da pozzi sottomarini. Del progetto, che punta a rassicurare la Casa Bianca dopo il disastro ambientale della marea nera, non fa parte la Bp.

L’idea è di creare per inizio 2012 un sistema flessibile che di fronte a un nuovo caso come quello della Deepwater Horizon sia in grado di intervenire nel giro di 24 ore per aspirare e contenere fino a 100mila barili di greggio a profondità fino a 3mila metri. Il sistema prevede diverse navi per la raccolta di petrolio e un insieme di macchinari subacquei ed è quindi simile a quello sviluppato da Bp nei tre mesi della crisi della marea nera. «Accrescerà notevolmente le possibilità di rispondere a incidenti improvvisi», ha assicurato in una nota il numero uno della Chevron, John Watson.