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Cala il fitoplancton, minacciata la catena alimentare marina

29 luglio 2010 0 commenti

 

Pesci in mare

Pesci in mare

Nel corso del secolo scorso il plancton vegetale presente nelle acque dei mari del mondo è costantemente diminuito, probabilmente a causa del riscaldamento globale, un fenomeno che minaccia la catena alimentare marina. Uno studio dell’università canadese di Dalhousie, pubblicato sulla rivista Nature, afferma che i microscopici organismi vegetali che vivono in sospensione nelle acque del mare stanno diminuendo al ritmo medio dell’1% annuo. Il fitoplancton è alla base della catena alimentare e rappresenta un nutrimento sia per i minuscoli organismi dello zooplancton, sia per i grandi mammiferi marini come le balene, sia per la maggior parte dei pesci.

“Il fitoplancton è il carburante dell’ecosistema marino. Il suo declio colpisce l’intera catena alimentare, uomo compreso” spiega Daniel Boyce che ha diretto il gruppo di ricerca. La tendenza è ben documentata a partire dagli anni Cinquanta nell’emisfero nord. Dal 1950 il plancton vegetale è diminuito del 40%.

Principale imputato il riscaldamento globale: gli scienziati hanno stabilito una correlazione tra calo del fitoplancton e crescita delle temperature superficiali del mare. “Il plancton vegetale gioca un ruolo fondamentale nell’ecosistema del pianeta”.

“Produce la metà dell’ossigeno che respiriamo, riduce la Co2 ed è importante per la pesca. Un oceano senza fitoplancton funzionerà in modo diverso” afferma Boris Worm, un altro autore dello studio.

Il gruppo di studiosi della Dalhousie ha combinato i dati storici e analisi di campioni di microrganismi e ha raccolto una base di mezzo milione di osservazioni che ha permesso di valutare l’evoluzione del fitoplancton nel pianeta a partire dal 1899. Il plancton si è ridotto soprattuto ai tropici e ai poli. La salita della temperatura dell’acqua è correlata a una minor crescita del fitoplancton nella maggior parte del pianeta, in particolare vicino all’Equatore. Gli organismi hanno bisogno di luce e di nutrimento per crescere, ma più gli oceani sono caldi più sono “stratificati” e si riduce la quantità di nutrimento che affiora dalle profondità.