Galan: ho ordinato verifiche su presenza semi ogm in Friuli. Greenpeace: bene, ma si sbrighi
Dopo il blitz di Greenpeace, si muove il ministro delle Risorse agricole. “Già nei giorni scorsi _ ha sottolineato in una nota Giancarlo Galan _ ho dato mandato all’Ispettorato della Tutela della qualità e Repressioni Frodi (Icqrf), e questo in attuazione della direttiva da me impartita fin dalla scorsa primavera, di effettuare verifiche adeguate e quindi controlli coordinati sulla presenza o meno di semi Ogm nelle coltivazioni in campo». «Naturalmente – precisa Giancarlo Galan – in attuazione di questo mandato, i controlli saranno effettuati lì dove sono pervenute particolari segnalazioni al ministero, come nel caso di quelle riguardanti il Friuli Venezia Giulia».
Galan ritiene inoltre «utile informare l’opinione pubblica che il ministero con i suoi Istituti di controllo è impegnato regolarmente, ogni anno, a garantire, così come disposto dalle normative italiane, che le coltivazioni avvengano con semi Ogm free. Do per scontato il fatto che – aggiunge – nel caso la presenza degli Ogm sia confermata, in accordo con il presidente della Regione del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, decideremo il da farsi».
GREENPEACE: BENE GALAN MA I CONTROLLI LI FACCIA SUBITO
Visto che dice che deve fare i controlli, li faccia subito”, perche’ “e’ necessario intervenire con urgenza e andare sui campi”. Cosi’ Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace, ha commentato l’annuncio di verifiche dell’effettiva presenza di semi ogm su territorio italiano del ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan. “Noi i controlli li abbiamo fatti, in un laboratorio certificato”, ha ricordato l’ambientalista. I controlli di Greenpeace sono stati effettuati su due campi – uno a Fanna e l’altro a Vivaro – in provincia di Pordenone. “Quattro campioni di ogni campo analizzati, per un totale di otto campioni, sono risultati tutti positivi”. Questo, ha denunciato Ferrario, “vuol dire che non ci sono sei piantine, ma ettari di terra” coltivata a ogm.
Greenpeace fa parte della ‘Task force per un’Italia libera da ogm’, rete di associazioni cui aderiscono Acli, Adoc, Adusbef, Aiab, Amab, Campagna amica, Cia, Citta’ del Vino, Cna alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, Fai, Federconsumatori, Federparchi, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, Lega Pesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Movimento difesa del cittadino, Slow food Italia, Unci, Vas e Wwf. La ‘Task force’ ha dato vita a un ‘Presidio della legalita” sotto la prefettura di Pordenone per chiedere interventi. Ieri in circa 200 hanno manifestato, e “anche stamattina- ha fatto sapere Ferrario- si e’ manifestato. E il presidio continuera'”.
“C’e’ il rischio_ ha ricordato la Ferrario, che i semi ogm possano diffondersi e contaminare i campi circostanti”. Per questo, per l’ambientalista, oltre a “distruggere le coltivazioni” di Fanna e Vivaro, occorre “verificare le coltivazioni adiacenti” ai due campi oggetto di contestazione. Qualora fossero ‘infettati’, “occorrera’ risarcire gli agricoltori” che si ritroveranno ‘invasi’ dalle sementi transgeniche. La Ferrario ha chiesto quindi a Galan di portare avanti una “campagna di campionamento su vasta scala”, prima “in tutta la provincia di Pordenone” e poi “a livello di regione Friuli”, perche’ “temiamo che a questo punto questi due campi con semi ogm non siano gli unici”. Intanto, pero’, in nome del made in Italy ma soprattutto di quella legalita’ alla base del presidio della Task force, l’attivista di Greenpeace ha chiesto di “punire i responsabili. Loro, e quelli che hanno permesso le contaminazioni, devono pagare”.