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Il Dl energia passa al Senato e diventa legge. Ecco cosa cambia

4 agosto 2010 0 commenti

CZECH-TEMELINDalle incompatibilità per la nomina dei vertici dell’Agenzia per la sicurezza sul nucleare alla proroga al 2011 per i termini della gara internazionale per la realizzazione del progetto di gestione integrata della miniera di carbone del Sulcis.

Via libera dell’Aula del Senato al dl energia varato dal governo per recepire una sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato alcune norme del dl Sviluppo sulle reti di energia (si dava quasi carta bianca ai commissari straordinari e si restringeva il ruolo delle Regioni). Un provvedimento che, nel percorso parlamentare, si è arricchito di ulteriori misure.

Il decreto, denominato ‘sblocca-reti’, è stato varato d’urgenza dopo che la Corte costituzionale ha accolto il ricorso delle Regioni Emilia Romagna, Toscana, Umbria e della Provincia autonoma di Trento.

Il testo approvato oggi prevede che l’intesa con le Regioni deve essere trovata su tutti gli interventi urgenti e indifferibili, connessi alla trasmissione, distribuzione e produzione di energia e delle fonti energetiche; viene poi eliminato il requisito della prevalenza dell’apporto del finanziamento privato e, infine, rimane la possibilità per il governo di nominare i commissari straordinari ma vengono posti alcuni paletti alla loro opera.

E’ stato poi soppresso, nel passaggio alla Camera, l’articolo 3 che consentiva di nominare presidente o membro dell’Agenzia per la sicurezza nucleare anche un parlamentare o chi avesse un conflitto di interessi. Con lo stop a questa disposizione, la carica di componente dell’Agenzia è incompatibile con incarichi politici elettivi, nè possono essere nominati componenti coloro che abbiano interessi di qualunque natura in conflitto con le funzioni dell’Agenzia.

Nel provvedimento c’è anche la proroga al 15 febbraio 2011 della delega al governo per il riordino della disciplina della programmazione negoziata e degli incentivi per lo sviluppo del territorio, degli interventi di reindustrializzazione di aree di crisi, degli incentivi per la ricerca, sviluppo e innovazione.

Durante il primo passaggio in Senato è stato inserito un pacchetto di norme sulle fonti rinnovabili. Tra queste: i destinatari degli incentivi devono precisare l’entrata in esercizio degli impianti e dimostrare di avere le risorse per realizzarli con lo scopo di arginare il fenomeno di impianti che vengono autorizzati ma che poi non entrano mai in funzione. Le opere connesse agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili vengono riconosciute come di pubblica utilità e indifferibile e urgenti.

Viene istituito un sistema informatico integrato per la gestione dei flussi informativi relativi ai mercati dell’energia elettrica e del gas e sarà gestito dall`Acquirente Unico, la società pubblica del Gruppo GSE (Gestore Servizi Energetici).

Infine, si proroga dal 30 giugno al 31 dicembre il termine per l’attuazione del piano di riassetto delle partecipazioni societarie dell’ex Sviluppo Italia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, per quanto riguarda la cessione alle Regioni delle società regionali possedute dall’Agenzia.