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Dalla Groenlandia si stacca un blocco di ghiaccio grande come Manhattan

7 agosto 2010 0 commenti

IcebergUn enorme blocco di ghiaccio si è staccato dalla costa nord-occidentale della Groenlandia e si sta spostando verso sud, lungo lo Stretto di Nares. Il blocco di ghiaccio, il più grande mai staccatosi dalla Groenlandia dal 1962 (circa 260 chilometri quadrati, le dimensioni di Manhattan) si trova adesso nel mezzo dello stretto che divide la Groenlandia dal Canada.

Gli scienziati americani e canadesi che hanno osservato il fenomeno grazie alle immagini satellitari – riporta la Bbc online – avevano previsto la “frattura” del Petermann Glacier, che si trova circa un migliaio di chilometri a sud del Polo Nord.

Sono le immagini trasmesse dal satellite ad avere rilevato che in una remota area a 81 gradi di latitudine nord il ghiacciaio Petermann, che è attaccato alla Groenlandia ma fluttua nel mare, ha perso la sua parte terminale, la più sottile, per un tratto di una ventina di chilometri. Si e’ formata così una piatta isola galleggiante (troppo grande per essere definita un iceberg) tra Groenlandia e Canada.

Non è chiaro adesso quali saranno le sorti del blocco di ghiaccio che si è staccato, spesso circa 200 metri: potrebbe sciogliersi e “alimentare i rubinetti degli Stati Uniti per circa quattro mesi” – come esemplificato dagli scienziati – oppure rimanere “gelato” o ancora frantumarsi nel mezzo dello Stretto, con il rischio di ostacolare con la navigazione. Un’isola grande circa il doppio di quella attuale si stacco’ dalla Groenlandia nel 1962 e tuttora si trova nello stretto di Nares.

La nuova isola di ghiaccio, che si è staccata giovedì, entrerà in un canale chiamato Stretto di Nares, a circa 1.000 km a sud del Polo Nord, tra la Groenlandia e il Canada. L’isola ha una superficie di 260 km/quadrati e uno spessore pari a metà dell’Empire State Builduing, ha spiegato Andreas Muenchow, professore di scienze oceaniche e ingegneria presso l’università del Delaware, che ha elaborato i dati ed ha stabilito che la divisione è avvenuta nel mattino del 5 agosto. Ora, ha detto, l’isola di ghiaccio potrebbe dirigersi lentamente verso lo stretto di Nares e collegarsi ad una delle isolette (legate al fondale marino) della zona, forse bloccando dei canali navigabili. Oppure, se le correnti lo portassero verso sud, si frazionerebbe.

«L’acqua immagazzinata in questa isola di ghiaccio potrebbe far mantenere il flusso dei fiumi Delaware e Hudson per più di due anni; oppure potrebbe rifornire tutti i rubinetti pubblici degli Stati Uniti per 120 giorni». Secondo lo scienziato è difficile però dire se l’evento sia da collegare al surriscaldamento climatico, visto che le registrazioni nelle acque della zona sono iniziate nel 2003: «Non si può dire, nè dire il contrario». Gli scienziati ritengono che i primi sei mesi del 2010 siano stati i più caldi a livello globale.