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Marea Nera, parte il viaggio di Greenpeace per far luce sulle cause

9 agosto 2010 0 commenti

Una foto dall'alto della marea neraDopo la chiusura della falla del pozzo Macondo, all’origine della marea nera nel golfo del Messico, Greenpeace annuncia l’inizio della spedizione di tre mesi a bordo della nave rompighiaccio Arctic Sunrise, per capire la reale dimensione della catastrofe e indagarne le vere cause ‘’affinche’ non si ripeta mai piu’ un disastro come questo’’.

L’Arctic Sunrise partira’ questa settimana da Tampa (in Florida) e visitera’ l’area delle Florida Keys e delle Dry Tortugas prima di avvicinarsi al sito di Macondo, dove i tecnici a bordo verificheranno l’impatto dello sversamento di petrolio sugli organismi marini, da quelli in superficie fino ai coralli abissali dei fondali.

“Bp ha annunciato di aver chiuso il pozzo, ma oltre 500.000 tonnellate di petrolio – afferma Alessandro Gianni’, direttore della campagna di Greenpeace – stanno avendo impatti sulla flora e la fauna del Golfo. Se gli effetti sulla pesca sono e saranno gravi, quelli sui delicati ecosistemi del Golfo potrebbero essere peggiori’’.

Per questa spedizione, il rompighiaccio ospitera’ scienziati esperti in varie discipline: dallo studio delle spugne come indicatori biologici fino al monitoraggio, alla pulizia e alla cura di mammiferi, uccelli e rettili marini imbrattati dal catrame. ‘’Nei prossimi tre mesi grazie all’Arctic Sunrise – aggiunge Greenpeace – capiremo meglio cosa e’ andato perso a causa di politiche energetiche rapaci e suicide. Una lezione che non deve essere oscurata dalla lobby del petrolio gia’ all’opera per minimizzare le conseguenze del disastro, e che deve arrivare fino al Mediterraneo, poiche’ – conclude Gianni’ – le esplorazioni offshore mettono in pericolo anche il Mediterraneo, dal Canale di Sicilia all’Adriatico, fino all’Arcipelago Toscano’’.