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Coldiretti: ogm illegali, in Friuli dovevano agire le istituzioni

10 agosto 2010 0 commenti

coldiretti

“L’illegalita’ va condannata sempre, anche quando viene attuata per porre fine ad altra illegalita'”, tuttavia “bisogna anche prendere atto che non c’e’ stata da parte delle Istituzioni la stessa tempestivita’ avuta nel condannare il gesto dei no global, anche nel contrastare l’illegalita’ originaria”. Lo afferma in una nota la Coldiretti, che torna sulla distruzione del campo di Vivaro (Pordenone) da parte dei movimenti no-global. L’associazione agricola ricorda che “in Italia e’ vietato coltivare organismi geneticamente modificati e le trasgressioni sono punite con la pena dell’arresto da 6 mesi a tre anni o l’ammenda fino a 100 milioni di lire piu’ la sanzione amministrativa da 15 a 90 milioni”. Inoltre, continua Coldiretti, la scelta di vietare la coltivazione di Ogm in Italia “e’ coerente con la stragrande maggioranza dei cittadini, contraria al bio-tech nei campi e nel piatti”. L’organizzazione sostiene infatti che “quasi tre italiani su quattro (72%) ritengono che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali”. Si tratta, continua Coldiretti, di una scelta “in linea con le crescenti perplessita’ sugli ogm in Europa dove, dopo il divieto posto anche in Germania, si sono ridotti a soli sei, su 27, i paesi che coltivano organismi geneticamente modificati”.

Coldiretti non ha dubbi: gli ogm sono una scelta sbagliata che trova dimostrazione della propria inadeguatezza dalla ‘bocciatura’ a livello internazionale. Come spiega l’associazione, “il drastico crollo nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 conferma che nel coltivare prodotti transgenici, oltre ai rischi per la salute e per l’ambiente, non c’e’ neanche convenienza economica”. Tutto questo, continua l’associazione agricola, e’ confermato dai dati. I numeri, infatti, dicono che “la coltivazione ogm in Europa riguarda solo il mais, la cui la superficie coltivata nel 2009 si e’ drasticamente ridotta da 107.719 ettari a 94.750 ettari, pari a molto meno dello 0,001% della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa”.