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Russia, preoccupazione per le fiamme vicino ai siti nucleari

10 agosto 2010 0 commenti

Mosca avvolta da una nube di fumoIl fumo su Mosca si è leggermente dissipato, mentre migliaia di pompieri e militari continuano a lottare contro le fiamme soprattutto in prossimità di siti nucleari e la Russia comincia a fare un bilancio delle perdite. Ieri sono morti due soldati per spegnere l’incendio che divampa ancora nei pressi del centro nucleare di Sarov, 500 chilometri a Est di Mosca, dove vengono fabbricate armi atomiche. Intanto Putin, personalmente pilotando un aereo, ha provedduto a aiutare i soccorsi

A Snezhinsk, negli Urali, gli oltre 300 uomini impegnati dovrebbero essere riusciti a domare le fiamme accanto a un altro centro di produzione di armi nucleari, secondo il ministero delle Situazioni d’emergenza. Resta lo stato di allarme indetto dalle autorità locali nell’area del deposito di scorie nucleari di Mayak, ma Rosatom, la società nucleare pubblica, minimizza: gli incendi più vicini sono a 80 chilometri dal sito, secondo un portavoce. I fuochi che assediano il cuore del paese la capitale hanno avuto un forte impatto sull’economia russa, che aveva appena iniziato la ripresa dalla crisi finanziaria globale. Gli analisti stimano che gli incendi costeranno a Mosca 15 miliardi di dollari, l’uno per cento del Pil.

Dopo due settimane d’incendi che hanno causato 54 morti e distrutto due basi militari nella regione di Mosca, le autorità sono soddisfatte dei progressi nella lotta contro i fuochi che si estendono su una superficie di 175.000 ettari in tutto il paese. “Continuiamo a osservare una tendenza positiva” ha detto Vladimir Stepanov, alto responsabile del ministero delle situazioni d’emergenza. La superficie delle torbiere in fiamme nell’area di Mosca è diminuita di 30 ettari, ha detto Stepanov.

A Kolomna, a 113 chilometri a sudest di Mosca, sono però stati sospesi i lanci di prova dei missili Iskander e di altri armamenti. “Dall’inizio della siccità sono stati sospesi i lanci di prova a al momento non possiamo riprenderli, evidentemente per il forte rischio di incendi” ha detto il direttore del costruttore Kmb Valeri Kashin a Interfax. Mosca respira un po’ dopo quattro giorni sotto il fumo soffocante degli incendi, ma la situazione non è ancora tornata alla normalità. “Osserviamo un certo calo dell’inquinamento, ma il problema perdurerà finchè i fuochi non saranno spenti” ha detto Alexei Popikov, dell’osservatorio ambientale di Mosca Mosecomonitoring. Il livello di monossido di carbonio in città è 1,4 volte oltre il livello d’allerta, in lieve miglioramento dalle 2,2 volte di ieri. Sabato il livello era di 6,6 volte superiore al massimo consentito. Ieri le autorità hanno ammesso che la mortalità nella capitale è raddoppiata rispetto alla media stagionale a causa della canicola e del fumo.

Il presidente Dmtri Medvedev ha respinto le critiche di una cattiva preparazione a un’emergenza che poteva essere prevista da parte del governo. “Se avessimo cominciato a prepararci dieci anni fa non avremmo potuto fare tutto” ha detto ieri sera visitando una delle aree più colpite dagli incendi. “E’ più facile gestire gli incendi in Lussemburgo che in Russia”.

Sui danni, la stima è ingente: potrebbero arrivare a oltre 15 miliardi di dollari i danni provocati dall’ondata di caldo e dagli incendi. È la stima degli economisti, secondo cui i costi per il Paese potrebbero oscillare tra lo 0,5 e l’1% del Pil di quest’anno (7-15 miliardi di dollari). Alexander Morozov, capo economista della banca Hsbc in Russia, ha spiegato che l’ondata di caldo, la siccità, gli incendi e l’inquinamento potrebbero incidere nella ripresa del Paese dalla crisi economica. «La crescita economica in Russia sta frenando e l’ondata di caldo porterà a un ulteriore rallentamento», ha spiegato Morozov che ha stimato le perdite per gli incendi e lo smog all’1% del Pil di quest’anno (circa 15 milardi di dollari). Ci vorrà del tempo affichè le autorità russe indichino una stima precisa dei danni.

Diverse importanti industrie russe hanno fermato la produzione a causa degli incendi e delle altissime temperature. Ma il settore più colpito è stato quello dell’agricoltura: «La siccità provocherà probabilmente un calo del 30-33% nella mietitura del grano di quest’anno», ha spiegato Morozov, “altri prodotti agricoli subiranno gli stessi problemi”. Secondo il capo economista di Uralsib, le perdite economiche potrebbero oscillare tra lo 0,5 e l’1% del Pil: “Questo sarebbe lo scenario peggiore”, ha spiegato.