Home » Redazione Ecquo » Apertura, biodiversità »

Incendi in Russia. Sarov sempre minacciata. Ecco la mappa di roghi e aree contaminate

13 agosto 2010 0 commenti

 

la mappa delle aree contaminate e degli incendi.  In ROSSO i roghi, in MARRONE le aree con contaminazione radioattiva da Cesio (fonte: Greenpeace Russia)

la mappa delle aree contaminate e degli incendi. In ROSSO i roghi, in MARRONE le aree con contaminazione radioattiva da Cesio (fonte: Greenpeace Russia)

 

 

 

 

 

Pompieri e volontari russi sono ancora in affanno nella lotta a un vasto incendio in prossimità del centro nucleare di Sarov, a 500 chilometri a est di Mosca, mentre la situazione nella capitale migliora dopo le forti piogge della nottata. Il ministero russo delle Situazioni d’emergenza ha reso noto oggi che l’incendio che devasta una riserva naturale presso Sarov, nella regione di Nizhni Novgorod, sta guadagnando terreno. “Il focolaio d’incendio comparso due giorni fa nella parte orientale della riserva guadagna terreno e rappresenta un certo pericolo” dice un comunicato del ministero.

E l’incendio ha fatto oggi una terza vittima tra gli uomini che lottano contro le fiamme: oggi è morto un volontario dopo i due militari vittime del fuoco nei giorni scorsi. Il ministero delle Situazioni d’emergenza della Mordovia, la repubblica dove si trova Sarov, ha reso noto che un incendio di 1.000 ettari infuria nel distretto di Popovka, senza precisare la distanza dall’installazione atomica. Il capoluogo del distretto è a 17 chilometri dal centro. “Questo incendio può essere localizzato e liquidato grazie agli sforzi coordinati delle forze di Sarov e della repubblica di Mordovia” afferma il ministero. Sempre secondo il ministero un secondo focolaio di 200 ettari è stato “circoscritto” nel distretto di Pushta, il cui capoluogo è a 20 chilometri da Sarov. Le autorità russe il 4 agosto scorso avevano annunciato di aver evacuato i materiali radioattivi ed esplosivi, ma qualche giorno dopo ve li avevano riportati, affermando che il centro funzionava regolarmente. Sotto controllo la situazione nei pressi di altri due centri nucleari negli Urali, il deposito di scorie di Mayak e il centro di produzione di armi nucleari di Snezhinsk, dove nei giorni scorsi si sono sviluppati incendi poi spenti. Mercoledì le autorità hanno rilevato che da luglio sono in fiamme migliaia di ettari di bosco in una zona contaminata dal fallout dell’incidente atomico di Chernobyl del 1986, alimentando i timori di dispersione dei materiali radioattivi nell’atmosfera.
Oggi il numero uno della società nucleare russa Rosatom Sergei Kiriyenko ha detto che le rediazioni sono “a livello abituale”  in Russia. Le autorità ucraine dicono oggi che gli incendi di torbiera scoppiati nei giorni scorsi a 60 chilometri dalla carcassa della vecchia centrale ex sovietica, oggi in Ucraina, sono in via di spegnimento. “Restano meno di due ettari” in fiamme ha detto all’Afp il
portavoce del ministero delle Situazioni d’emergenza di Kiev.

In Russia oggi gli incendi interessano 65.000 ettari di foresta, 15.000 ettari in meno rispetto a ieri. La capitale russa, da sei settimane nella morsa di un’ondata di caldo senza precedenti, ha approfittato delle forti piogge della nottata, ma la temperatura oggi è tornata oltre i 30 gradi. Da qualche giorno però è sparito il fumo degli incendi delel torbiere che da giorni attanagliava Mosca, anche se
nell’aria resta un leggero odore di bruciato. Ieri sera il presidente Usa Barack Obama ha telefonato all’omologo russo Dmitr Medvedev, preannunciato l’invio di aiuto e di mezzi aerei. Il governo russo non ha ancora comunicato il bilancio sanitario del caldo e dello smog, ma secondo i dati preliminari delle autorità sanitarie di Mosca si tratterebbe di migliaia di morti.