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Ondata di caldo, la Russia ammette: “Segnali del riscaldamento globale”

16 agosto 2010 0 commenti

RUSSIA WILDFIREL’ondata di caldo eccezionale che ha soffocato la Russia, la siccità e gli incendi che hanno ucciso decine di persone a distrutto migliaia di ettari di campi di grano sono tutti segnali del fatto che il cambiamento climatico causa condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo. Lo ha detto Alexander Bedritsky, consigliere meteorologico del Cremlino, che ha citato altri disastri che possono essere legati al riscaldamento globale come le tremende alluvioni in Pakistan, le più gravi in epoca storica, e l’ondata di calo in Francia nel 2003, che uccise 15.000 persone. Presi insieme “questi sono segnali del riscaldamento globale” ha detto Bedritsky, che è anche presidente dell’Organizzazione meteorologica mondiale, in una conferenza stampa. Mosca è tradizionalmente molto cauta sul cambiamento climatico, in un paese la cui economia dipende in larga misura dall’export di petrolio e gas.

Intanto i pompieri russi sono riuscita a domare alcuni degli incendi che da luglio devastano il paese, mentre i meteorologi i preannunciano un fronte freddo in avvicinamento da nordovest che da oggi porterà forti piogge e temperature più basse a Mosca. Ci sono ancora 500 focolai in fiamme in Russia, ma l’area incendiata è diminuita del 15% nelle ultime 24 ore, secondo il ministero delle Situazioni d’emergenza, che annuncia anche che i focolai intorno alla capitale sono dimezzati nel giro di due giorni.

Vittoria sul fuoco anche nell’area del centro nucleare di Sarov, nei pressi di Nizhny Novgorod, che per dieci giorni ha tenuto impegnati migliaia di uomini e sollevato forti preoccupazioni “La ricognizione aerea condotta nel corso della giornata ha mostrato che la situazione è generalmente stabile e controllabile. Gli ultimi focolai nella riserva naturale di Mordovia a sudest del territorio del centro sono stati spenti” afferma un bollettino che cita il responsabile della regione del Volga del ministero delle Situazioni d’emergenza Igor Panshin.

L’ondata di caldo in Russia, la più forte in 130 anni di registrazioni delle temperature, ha alimentato migliaia di incendi, soprattutto nell’ovest del paese, seppellendo Mosca sotto una cappa di fumo acre per una settimana, un fenomeno che ha raddoppiato la mortalità in città. La siccità è gli incendi sono costati alla Russia anche un terzo dei raccolti di grano e il governo ha deciso di bloccare l’export di grano fino a fine anno, causamdo un’impennata dei prezzi sui mercati internazionali.