Sacerdote ucciso in Puglia. Il WWF: “Vittima di bracconaggio”. E infatti.
A lanciare il sospetto era stato il Wwf: quanto avvenuto ad Altamura (Bari), dove un sacerdote e’ stato ucciso, “non e’ un incidente di caccia, perché attualmente in Puglia la caccia e’ chiusa”. Non solo: Altamura, come Gravina, “sono comuni a ridosso del parco nazionale dell’Alta Murgia, dove non si puo’ sparare mai”. Se quanto accaduto è legato alla caccia, allora si tratta di “vittima di bracconaggio”. Lo ha detto all’agenzia Dire il coordinatore regionale Vigilanza del Wwf Puglia, Pasquale Salvemini, a proposito dell’uccisione di don Francesco Cassol, secondo le prime ricostruzioni scambiato probabilmente per un cinghiale.
“Altamura e Gravina si trovano in una zona con forti azioni di bracconaggio”, ha denunciato l’ambientalista. Si cacciano di frodo “cinghiali e conigli”, e questo “dodici mesi su dodici nonostante non sia consentito”. Insomma, il problema “non e’ di oggi, di nuovo c’e’ solo il morto”, che “poteva scapparci anche prima”. Salvemini ha spiegato infatti che “sono anni che denunciamo questa situazione”, e adesso, dopo “questo incidente che chiamerei azione di bracconaggio”, le forze dell’Ordine hanno fornito “dichiarazioni palliative”. Un esempio? “Il Corpo forestale ha detto di non avere personale sufficiente per coprire il territorio”, ha sottolineato Salvemini. Insomma, il problema della Puglia, almeno da queste parti, e’ il bracconaggio unito ai pochi controlli. E don Francesco Cassol e’ “vittima di questo bracconaggio”.
E IN GIORNATA, LA SVOLTA: SI COSTITUISCE BRACCONIERE
Era proprio un bracconiere: si è costituito einfine ha confessato. Ha 51 anni e si chiama Giovanni Converso Ardino. Secondo le sue dichiarazioni, verso la mezzanotte tra il 21 ed il 22 agosto è arrivato al Pulo di Altamura con la propria autovettura per la caccia del cinghiale e si è fermato a qualche decina di metri dal terreno dove si trovavano don Cassol e i partecipanti al ‘Raid Goum’, il ritiro spirituale in località disabitate. È stato tratto in inganno dalle sagome a riposo dei partecipanti al raduno che ha scambiato tutte per cinghiali ed ha deciso di esplodere un colpo all’indirizzo di quello che riteneva essere un capo branco. Pochi istanti dopo, avendo sentito il vociare dei componenti del gruppo, si è reso conto del tragico errore, e si è allontanato con la sua auto.
Le indagini si erano strette intorno al cacciatore di frodo che aveva deciso di praticare l’attività venatoria in periodo non consentito e in area protetta. Il Pulo di Altamura rientra infatti nel Parco dell’Alta Murgia. Le serrate indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Altamura e dal nucleo investigativo del comando provinciale di Bari, sotto la guida del sostituto procuratore di Bari, Manfredi Dini Ciacci, si erano decisamente indirizzate verso questa ipotesi per spiegare il misterioso omicidio del sacerdote.
Il rinvenimento di un bossolo calibro 30.06 a qualche decina di metri dal luogo dove è stato rinvenuto il cadavere del sacerdote, ha consentito di serrare ulteriormente le fila delle indagini restringendo il campo d’azione a tutti i possessori di carabine dello stesso calibro. Dopo il censimento dei cacciatori alcuni di essi sono stati sentiti tra cui lo stesso Giovanni Ardino, che oggi ha confessato. A quest’ultimo, come ad altri, è stato subito sequestrato il fucile da lui legalmente detenuto per procedere alla perizia balistica presso il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma.
La versione inizialmente fornita dal 51enne non ha pienamente convinto gli investigatori anche perchè sul volto aveva varie escoriazioni e contusioni dovute ad una caduta, che l’interessato faceva risalire a qualche giorno prima in una località diversa. Quanto aveva detto era poico credibile e se ne è erso conto al punto che oggi si è presentato in caserma, accompagnato da un avvocato dopo aver riflettuto sulla situazione ed ha reso la confessione nel corso di un interrogatorio.