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In Emilia Romagna si fa abbastanza contro l’amianto? E’ polemica “Movimento 5 stelle”-enti locali

27 agosto 2010 0 commenti

amiantoChe migliaia di siti contenti amianto punteggino il Belpaese è un tragico dato di fatto e una bomba a tempo. Bonificarli è una operazione costosa e complessa, quasi sempre messa per decenni in fondo alla lista delle priorità degli enti locali e del ministero della Pubblica istruzione.

Peridicamente vengono lanciati da comitati o esponenti politici degli allarmi, l’ultimo dei quali in Emilia Romagna. Stavolta è toccato al consigliere regionale Andrea Defranceschi del “Movimento 5 stelle“: Ci sono ”757 edifici pubblici e non” che andrebbero bonificati dall’amianto in Emilia-Romagna ”piu’ o meno urgentemente”. ”Sono settimane _ ha detto _ che studio la questione amianto in Emilia-Romagna” e ce ne sono ”198 nella provincia di Bologna, 90 a Ferrara, 77 a Forli’-Cesena, 73 a Piacenza, 85 a Parma, 131 a Modena, 35 a Rimini, 61 a Ravenna e 107 a Reggio Emilia”. Inoltre, ”e’ sicuramente amianto quello che si sta rimuovendo all’ospedale di Ravenna, nel silenzio degli Amministratori”. I grillini pubblicano l’elenco sul sito http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna. ”Fa venire i brividi – commenta Defranceschi – perche’ ci sono asili nido, scuole dalle materne alle superiori, campetti da calcio, palestre, parrocchie e chiese, ospedali e case di cura, cinema e centri commerciali, bocciofile e Universita'”.

LA REGIONE: SIAMO AL LAVORO DA TEMPO

La Regione replica a tono e risponde ai ‘grillini’ di essere al lavoro da tempo per ridurre l’esposizione all’amianto: fin dal 1996, un Piano regionale per la protezione e la bonifica dei siti permette una ”seria e corretta gestione di un problema importante”, precisa in una nota l’assessore regionale alla sanita’, Carlo Lusenti. La Regione ”ha affrontato in modo approfondito, serio e trasparente – prosegue la nota – il problema dei rischi per la salute adottando fin dal 1996 (delibera 497/1996) il ‘Piano regionale per la protezione dall’amianto’, che prevede interventi rigorosi”: ”censimento siti a rischio, sorveglianza ambientale e sanitaria, bonifica, vigilanza, comunicazione e formazione”. Evidenziata poi ”la trasparenza delle azioni realizzate, dimostrata anche dal fatto che le notizie riportate oggi dalla stampa locale su segnalazione del Movimento 5 Stelle sono tratte direttamente dal sito ufficiale che la Regione ha predisposto per comunicare i risultati ottenuti”.

Manca pero’, prosegue la Regione, ”un’informazione di base, essenziale per comprendere compiutamente la portata del problema segnalato: una cosa e’ la presenza di amianto friabile, altra e’ la presenza di amianto in matrice compatta (eternit); il primo e’ molto piu’ pericoloso per la salute, in quanto si possono facilmente liberare fibre di amianto, il secondo puo’ rilasciare fibre solo in seguito a corrosione o sfaldamento, legati al tempo o all’incuria. E i siti segnalati dal Movimento 5 stelle e riportati nelle notizie sono siti con amianto compatto”.

Il Piano amianto, spiega la Regione, ha previsto prima ”il censimento degli edifici pubblici e privati con presenza di amianto friabile (svoltosi tra il 1997 e il 2000) e le relative iniziative di bonifica di tutti questi siti”, sottoposti ”a bonifica secondo le procedure e le metodiche previste dalle norme e sotto il rigoroso controllo delle Ausl. Questa fase e’ da tempo conclusa con qualche sporadica eccezione, soprattutto legata a siti dismessi da anni e non frequentati, in cui possono essere ancora in corso interventi”. Per i siti segnalati dai ‘grillini’ (”in realta’ 760” e non 757, precisa la Regione), ”non ancora completamente bonificati” e con ”amianto in matrice compatta (eternit), mappati tra il 2000 e il 2005”, ”la norma non prevede necessariamente la rimozione, ma piuttosto l’obbligo per il proprietario o l’utilizzatore di mantenerli in buone condizioni e attuare una sorveglianza che puo’ portare alla bonifica (rimozione, incapsulamento o confinamento) in caso di rotture che superino il 10% della superficie totale”. Il piano regionale e’ stato poi attuato nelle diverse realta’ locali.

IL COMUNE DI MODENA: ALLARME INUTILE, DATI VECCHI

“La fretta di lanciare inutili allarmi sul tema dell’amianto ha giocato un brutto scherzo agli esponenti regionali del Movimento 5 stelle. I dati sono datati, per non dire vecchi, e
segnalano, tra l’altro, scuole modenesi in cui la b onifica da amianto e’ stata fatta dieci o quindici anni fa”. Antonino Marino, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Modena, replica cosi’ alla ricerca resa pubblica dai “grillini”, secondo la quale esisterebbe un pericolo amianto in 757 edifici dell’Emilia-Romagna, di cui 131 nella provincia di Modena.

“Anche se i dati sono ormai abbondantemente superati dagli interventi che abbiamo svolto nel corso degli anni, la delicatezza dell’argomento merita comunque un breve riepilogo”, prosegue Marino. “Innanzitutto, la presenza dell’amianto nelle scuole modenesi e’ stata rilevata esclusivamente nelle pavimentazioni di gomma originarie. Dal 1995, anno in cui e’ stato eseguito un sopralluogo a tappeto da parte dell’Arpa, in tutte le scuole comunali sono stati eseguiti interventi per sostituire i pavimenti in gomma”. Nel dettaglio, i pavimenti del nido Matteotti non presentano crisotilo, come si evince da analisi di dettaglio eseguita da Arpa, e l’intero edificio che ospitava la scuola di infanzia Boschi, trasferita nella nuova sede di via Dalla Chiesa, sara’ oggetto di ristrutturazione e sara’ dotato di un piano di smaltimento delle pavimentazioni interessate secondo le modalita’ previste dalla legge.

LA REPLICA DEI GRILLINI

“Siamo certi che la Regione Emilia-Romagna si stia muovendo nel solco della legge, e forse anche in maniera migliore rispetto ad altre realta’. Questi pero’ non sono buoni motivi per girarsi dall’altra parte e delegare ad un cinico calcolo matematico l’esigenza di rimuovere l’eternit da tutti gli edifici nel quale e’ presente”. Inizia così la replica del capogruppo del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi. “Una Regione che si dice tanto virtuosa come la nostra- spiega il consigliere regionale- non puo’ limitarsi passivamente ad attendere lo scorrere del tempo, deve intervenire e rimuovere l’amianto, anche compatto, da dove si trova”. Pensare “di prendere provvedimenti solo in caso di retolamenti superiori al 10% significa affidarsi alla statistica nella tutela della salute delle persone”. Per Defranceschi “e’ un calcolo cinico, non all’altezza di chi ha la responsabilita’ della salute di un’intera regione”.