Cina, a caccia di energia negli abissi dell’oceano
La Cina vuole sfruttare le fonti di energia presenti nelle profondità oceaniche, e per farlo ha avviato la costruzione di un centro di ricerca che servirà come base per le missioni sottomarine. Lo riporta l’agenzia di stampa cinese Xinhua. La base, in costruzione a Tsingtao (sulla costa centro-orientale), costerà 495 milioni di yuan (circa 57 milioni di euro) e si estenderà su circa 90 ettari, di cui 26 sulla terraferma.
Gli scienziati ritengono infatti che i fondali marini fra i 4000 e i 6000 metri di profondità contengano grandi quantità di metalli rari e di idrati di metano. Questi ultimi sono una sorta di gas metano allo stato solido (a causa di temperatura e pressione), presenti in quantità immense e perciò molto promettenti come future fonti di energia. Per questo la Cina ha lanciato nel 2002 un programma di ricerca, che ha coinvolto oltre 100 fra società e istituti di ricerca.
L’esplorazione delle risorse naturali sarà affidata al nuovo sommergibile Jiaolong, che avrà anche il compito di sperimentare le attrezzature progettate per le ricerche di profondità. Il nuovo centro di ricerca servirà proprio come base operativa per le attività di Jiaolong.
Si tratta di un natante sottomarino molto innovativo, che potrà scendere fino a 7000 metri sotto il livello del mare; nei primi test, effettuati fra maggio e giugno 2010, ha toccato già la profondità di 3759 metri. Con questa missione, la Cina è diventata il quinto Paese ad aver portato un equipaggio umano al di sotto dei 3500 metri, dopo Stati Uniti, Francia, Russia e Giappone.