Golfo del Messico, situazione sotto controllo. Scongiurata una marea nera-bis
È sotto controllo la situazione sulla piattaforma petrolifera esplosa al largo delle coste della Louisiana, che per qualche ore ha fatto temere una nuova marea nera nel Golfo del Messico. Non si è ripetuta l’emergenza scatenata nell’aprile scorso dall’affondamento della Deepwater Horizon che ha rovesciato in mare cinque milioni di barili greggio da un pozzo della Bp ed è costa sinora alla compagnia la bellezza di 8 miliardi di dollari (6,2 miliardi di euro). La Guardia Costiera in tarda serata ha confermato che le fiamme sulla piattaforma sono state spente dopo cinque ore e che non vi sono perdite di petrolio.
La Mariner Energy, proprietaria della piattaforma Vermilion Bay, aveva escluso ogni perdita di greggio perchè i sette pozzi erano stati subito chiusi. C’era stato però un allarme per l’avvistamento di una macchia lucida lunga circa un miglio. In un primo momento la Guardia Costiera aveva parlato di macchia di petrolio ma poi ha ridimensionato l’allarme.
In serata il comandante della Guardia Costiera Peter Troedsson ha assicurato che “l’incendio è stato spento e gli elicotteri e le navi della Guardia Costiera sul posto non segnalano alcuna perdita”. La piattaforma continuerà però a essere monitorata nei prossimi giorni.
Da notare che la stessa piattaforma aveva avuto negli anni passati ben quattro incidenti, due dei quali prima dell’acquisto da parte della Mariner Energy. Due degli incidenti avevano visto lo sviluppo di incendi. Per questi eventi la Mariner Energy aveva pagato multe oper 65 mila dollari.
L’incidente ha riportato in primo piano i rischi degli impianti off-shore, già al centro di un aceso dibattito negli Usa. In Italia il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha affermato che il nuovo incidente “conferma l’esigenza” di “più stringenti regole a livello internazionale”. Il ministro ha anche sottolineato la necessità che la situazione nel Mediterraneo «venga posta all’ordine del giorno nelle prossime settimane nell’agenda europea».