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Legambiente: basta sacchetti di plastica, da subito. Parte una raccolta di firme

9 settembre 2010 0 commenti

LEGAMBIESostituendo con 10 sporte riutilizzabili i 300 sacchetti di plastica che ogni italiano consuma all`anno, si risparmierebbero più di 180mila tonnellate di petrolio e altrettante di emissioni di CO2, ma soprattutto si eviterebbe di disperdere nei campi, lungo le rive dei fiumi, nei mari plastica indistruttibile. Per questo Legambiente lancia una petizione per dire “Stop ai sacchetti di plastica”, che ha già raccolto 1.500 firme. Il divieto di commercializzazione dei sacchetti scatterà il 31 dicembre 2010, ma è già stato prorogato una volta e Legambiente teme un nuovo slittamento del bando.

E così la petizione _ che si può sotttoscrive online sul sito www.puliamoilmondo.it _ chiede al ministro dell’Ambiente di impegnarsi a non prorogare ulteriormente, oltre il 31 dicembre 2010, il divieto di commercializzazione di sacchi non biodegradabili non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432. E il 24, il 25 e il 26 settembre per il fine settimana di ‘Puliamo il Mondo’ Legambiente coinvolgerà tutti i volontari in un`opera d`informazione e le firme raccolte verranno poi presentate al ministro Prestigiacomo.

 In Italia si consumano ogni anno circa 20 miliardi di buste, assicurando così al nostro paese la maglia nera europea. In Europa le buste consumate sono 100 miliardi e le stime parlano di una commercializzazione annua
mondiale di 1000 miliardi di sacchetti. Anche se solo una frazione di questi viene dispersa nell`ambiente, provoca la morte di milioni di pesci, balene, delfini, tartarughe e altri animali. L’Unep stima in un milione il
numero di uccelli marini uccisi.

 In pratica, denuncia Legambiente, i sacchetti di plastica consumano petrolio e inquinano, sono utili solo per pochi minuti ma creano degrado e sporcizia per anni. Costa poco produrli e, talvolta, importarli dai paesi asiatici, mentre il costo per raccoglierli, smaltirli o riciclarli è molto consistente. “Tutte le analisi, anche della spesa famigliare, sono a vantaggio della sporta riutilizzabile – spiegano gli ambientalisti – molti negozi la offrono ormai a prezzi che vanno dai 50 centesimi all’euro. Dopo 10 o 20 utilizzi ci fanno risparmiare. Ma convertire milioni di consumatori e migliaia di negozi non sarà facile, non basterà un decreto del governo”.

 Il primo dei problemi legato ai sacchetti di plastica è l’enorme quantità prodotta e consumata mentre solo l’1% dei sacchetti di plastica viene riciclato a livello mondiale. Riciclarli costa, infatti, più che produrli. Sulla base dei sistemi e dei costi di recupero e riciclo statunitensi riciclare una tonnellata di sacchetti di plastica costa 4.000 dollari; una tonnellata di sacchetti da materia prima vergine costa sul mercato delle commodities, 32 dollari. Quanto ai danni all’ambiente, i sacchetti di plastica sono aerodinamici, basta poco vento per trasportarli e disperderli nell’ambiente, nei fiumi, laghi, mari e sul territorio. Si frantumano in minuscoli pezzi ma non si distruggono e, a volte, formano vere e proprie “isole” come a 800 miglia a nord delle Hawaii, nell’Oceano Pacifico, il cosiddetto Pacific Vortex, con un estensione che varia a seconda delle stime tra i 700mila e i 10  ilioni di Km2 e con un peso stimato di 3 milioni di tonnellate. Concentrazioni variabili di plastica si trovano anche nel Mediterraneo e sulle sponde dei mari italiani.