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Ancona: la provincia vuole estendere il car pooling

14 settembre 2010 0 commenti

anconaEstendere il carpooling anche al centro di Ancona per diminuire traffico e pm 10. È questo l’obiettivo che la Provincia di Ancona sta verificando con il Comune del capoluogo marchigiano dopo l’esperimento che ha coinvolto i lavoratori pubblici della zona Baraccola. Il carpooling, ovvero ‘auto di gruppò, si legge in una nota, è un’iniziativa della Provincia di Ancona a favore dell’ambiente. Tre o più persone, che abitano e lavorano nella stessa zona, arrivano alla sede del proprio impiego su un’unica auto. Così un gruppo di dipendenti pendolari della Provincia, dell’Inps, dell’Erap, dell’Inpdap, dell’Arpam e della direzione regionale e provinciale del ministero del Lavoro, per ora il progetto è solo sperimentale e riguarda la zona Baraccola di Ancona, hanno potuto finora risparmiare carburante, stressarsi di meno e migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.

‘Con il carpooling – spiega l’assessore all’Ambiente della Provincia di Ancona, Marcello Mariani – abbiamo avuto meno auto circolanti, meno congestione per le strade, tempi minori di percorrenza, meno emissioni gassose, meno inquinamento atmosferico e meno spese per gli spostamenti. L’iniziativa sperimentale ha dato esito positivo e stiamo valutando lo sviluppo, insieme ad Autostrade per l’Italia, di un progetto che preveda l’inserimento della nostra sperimentazione, allargata ad alcuni Comuni, nella piattaforma Internet della società, in modo che i cittadini possano, in modo semplice e intuitivo e nella massima sicurezza, cercare o offrire posti auto”.

I vantaggi non sono solo in termini ambientali. Chi ha partecipato al progetto ha ottenuto anche dei bonus in carburante, un posto auto numerato e riservato vicino alla sede dell’Ente in cui lavora e sconti per trasformare la propria vettura a gpl o a metano. Senza contare poi l’abbattimento dei costi di trasporto di chi è costretto a usare l’auto, sia per chi giuda che per chi viene trasportato. Il progetto è durato sei mesi e, visti anche i dati della qualità dell’aria, si è deciso di prorogarlo fino alla fine dell’anno.