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Legambiente: più piste ciclabili, ma la mobilità sostenibile avanza troppo lentamente

15 settembre 2010 0 commenti

biciIn citta’ cresce la voglia di spostarsi in bicicletta, soprattutto nelle metropoli, e crescono anche le piste ciclabili che hanno raggiunto nel 2009 il record assoluto di 3.227 km (circa 380 km piu’ del 2008 e 730 km piu’ del 2007). Reggio Emilia e Lodi sono le citta’ piu’ ciclabili d’Italia insieme a Modena, Mantova, Vercelli, Cremona, Forli’, Ravenna, Cuneo, Ferrara e Piacenza. A Padova invece c’e’ la piu’ alta densita’ di vie ciclabili, ci sono 140mila spostamenti ciclistici giornalieri, con uno share per i pedali del 17% e l’obiettivo dell’amministrazione comunale di arrivare al 25% nei prossimi cinque anni.

A fare il punto sulle ‘due ruote’ in Italia e’ la ricerca di Legambiente ‘L’a-bici’, che per oltre un anno ha indagato la situazione della mobilita’ dolce nei capoluoghi italiani, stilando la classifica dei centri piu’ a misura di ciclista. “La stretta collaborazione che quest’anno, in occasione di ExpoBici, PadovaFiere ha voluto costruire con Legambiente- segnala una nota- sottolinea la crescente attenzione dell’evento fieristico sul tema della mobilita’ sostenibile e della sicurezza dei cittadini che utilizzano la bicicletta per muoversi in citta'”. Come termometro l’associazione ambientalista ha usato l’indice di ciclopedonalita’, un nuovo parametro politico che in pratica misura quanto hanno lavorato gli amministratori per integrare i vari mezzi di spostamento all’interno del loro territorio. Reggio Emilia, infatti, non e’ la citta’ dove ci sono piu’ chilometri di piste ciclabili e nemmeno quella dove si va di piu’ in bicicletta ma e’ “la citta’ dove ogni 100 abitanti ci sono oltre 30 ‘metri equivalenti’ di percorsi ciclabili, tra piste, zone pedonali e con moderazione di velocita’ a 30 km/h”.

Lo studio, che Legambiente ha presentato oggi a Padova alla vigilia dell’apertura dell’ExpoBici, la fiera internazionale dedicata al mondo delle biciclette, mette in evidenza come “aldila’ di qualche segnale positivo e alcune eccellenze, la mobilita’ sostenibile in Italia non sia ancora una realta’ diffusa”. Infatti, nonostante tra il 2000 e oggi l’estensione delle piste ciclabili urbane italiane sia “praticamente triplicata”, nello stesso periodo “la percentuale di spostamenti urbani in bicicletta- calcolata sul totale degli spostamenti- e’ rimasta identica: era il 3,8% nel 2000, e’ il 3,8% adesso”. Questo. Afferma Legambiente, “significa che non e’ sufficiente aumentare i chilometri di piste ciclabili per favorire la ciclopedonalita’ ma serve una serie d’interventi mirati ad integrare le diverse modalita’ d spostamento favorendo quelle a basso impatto”.

Tra gli interventi necessari, l’aumento di zone 30kmh, zone a traffico limitato, isole pedonali, cunette, dossi e altri limitatori di velocita’ delle automobili accompagnati da una semplice e chiara segnaletica orizzontale e verticale, che riducano l’intensita’ degli ingorghi e accrescano la sicurezza di pedoni e ciclisti. Un sondaggio realizzato da Isfort nel 2007 sottolinea infatti che tanti di quelli che oggi non usano la bicicletta lo farebbero se potessero disporre di una rete di percorsi ciclabili che attraversa le citta’ (26,3%) e se ci fosse meno traffico e quindi una maggiore sicurezza per la viabilita’ ciclistica (15,6%). – “Anche in assenza di statistiche- dice Alberto Fiorillo, responsabile mobilita’ di Legambiente- stiamo assistendo a una leggera, ma significativa inversione di tendenza, soprattutto nei grandi centri urbani, come Milano, dove la bicicletta sta conquistando uno spazio sempre crescente soprattutto tra i giovani”. Nel capoluogo lombardo, secondo un’indagine dell’Agenzia per la Mobilita’ e l’Ambiente del 2005, ci sono ben 132.176 spostamenti ciclistici giornalieri e in 10 anni la percentuale di chi utilizza la bicicletta e’ aumentata del 150% (il dato del 1995 era di 53.019). “Per molti poi la bici e’ diventata uno status symbol- aggiunge Fiorillo-dove non e’ piu’ il valore del mezzo a determinare il valore della persona come era per l’auto, ma e’ il modo in cui uno si muove”. Intanto, pero’, l’automobile “la fa sempre da padrona anche se non e’ il mezzo piu’ vantaggioso per ogni tragitto”.