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Mosca: Russia e Norvegia firmano il ‘trattato artico’

15 settembre 2010 0 commenti

Russia NorwayAccordo tra la Russia e la Norvegia per la delimitazione del Mare di Barents, con la ‘benedizione’ del World Wildlife Fund (WWF). I due paesi hanno firmato oggi un accordo sulla delimitazione marittima e la cooperazione nel Mare di Barents e dell’Oceano Artico che per il Cremlino “va oltre la dimensione meramente bilaterale”.
I negoziati sul documento hanno avuto una lunga gestazione e il loro inizio risale al 1970. Oggi la sigla a Murmansk alla presenza di Dmitri Medvedev e il primo ministro di Norvegia, Jens Stoltenberg. “La firma del Trattato è un evento significativo nell’ambito delle relazioni bilaterali russo-norvegesi e nel processo generale per garantire una gestione efficace dell’ambiente artico marino”, ritiene il direttore dei programmi ambientali del WWF Victoria Elias.
Secondo l’organizzazione, il governo della Russia e della Norvegia “nell’ambito dell’accordo definiscono la conservazione della natura come una priorità su altri obiettivi e sfide nella progettazione e realizzazione di attività industriali nel Mare di Barents”.

Oslo e Mosca hanno anche ufficializzato, dopo che il passaggio a Nord-Est verso la Cina è stato aperto con il permesso dei russi dalla MV Nordic Barents, una nave battente bandiera danese, di proprietà di Felix Tschudi, imprenditore norvegese che vuole andare a vendere metallo al Dragone. La storia sembra complessa, tanto quanto numerosi sono gli interessi in gioco. Ma la via del Nord scatena grandi entusiasmi e accorcia i tempi per le rotte commerciali: due buoni motivi per mettersi d’accordo dopo 40 anni.
Da notare: il 25 agosto un’altra nave ad elevato tonnellaggio, è arrivata a Pevek sulla penisola russa di Chukotka, un giorno prima del previsto. Era la Baltica: petroliera che ha coperto 2.500 miglia marine, trasportando 100.000 tonnellate in 11 giorni . Proseguendo poi per la Cina.
E mentre si fa sempre più intenso il vai e vieni nei mari dei ghiacci, grazie al parziale sciglimento della calotta polare, nella russa Murmansk il leader del Cremlino Dmitri Medvedev e il primo ministro di Norvegia, Jens Stoltenberg hanno firmato un accordo sulla delimitazione marittima e la cooperazione nel Mare di Barents e dell’Oceano Artico che per il Cremlino “va oltre la dimensione meramente bilaterale”.

 Usando il percorso settentrionale dall’Europa all’Asia, il Mare di Barents significa risparmiare otto giorni e 5.000 miglia di viaggio. Ossia centinaia di migliaia di dollari che restano nelle tasche dei proprietari dei cargo. Si evitano inoltre gli agguati dei pirati nell’Oceano Indiano. Ma è sempre raccomandabile munirsi di rompighiaccio come apripista: la flotta nucleare russa Atomflot ha finora ricevuto 15 ordini per scortare vascelli sulla rotta del Nord nel 2011.
Escluse spese per i rompighiaccio, dunque, una nave che parte da Amburgo e arriva a Yokohama, ad esempio, evitando il canale di Suez, recupera 200.000 dollari. Ma più la rotta artica verrà praticata, più potrebbe portare a un peggioramento della situazione ambientale. Già lo strato di ghiaccio polare si sta sciogliendo a tempi record: molti scienziati sono allarmati per l’ampliamento delle acque aperte. Vedono l’ennesima dimostrazione del surriscaldamento globale, in quello stesso ampliamento che per le compagnie di navigazione significa una nuova rotta internazionale.
Va però anche notato che l’odierno accordo tra la Russia e la Norvegia per la delimitazione del Mare di Barents ha ricevuto la ‘benedizione’ del World Wildlife Fund. Per il WWF potrà “garantire una gestione efficace dell’ambiente artico marino”. E con il placet dell’organizzazione Mosca e Oslo possono proseguire. La Russia costruirà un nuovo porto vicino a Belomorsk sul Mar Bianco per aumentare la capacità di spedizione nell’Artico. Sarà pronto entro il 2014 e avrà una capacità di 9 milioni di tonnellate di carico, con collegamento ferroviario diretto con Mosca. Poco più ad est, ad Arkhangelsk è imminente l’apertura di nuovo consolato onorario norvegese.