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L’ultima follia: una autostrada nel Serengeti national park

18 settembre 2010 0 commenti

imagesCAMRNX55Se lo facessero sarebbe un autentico crimine contro la biodioversità. Perchè il progetto è così ardito da parere incredibile: vorrebbero costruire una autostrada che tagli in due una delle gemme della natura africana: il Serengeti, il grande parco nazionale della Tanzania, all’interno del qualche vivono leoni, gnu, giraffe, leopardi, ippopotami, milioni di gazzele zebre e bufali.

A denunciarlo  e’ un gruppo di scienziati che ha lanciato un appello sul ‘Journal Nature’ contro la costruzione di una strada all’interno della riserva naturale.   Secondo i 27 scienziati firmatari della petizione, il progetto di un’autostrada a due corsie che attraversera’ il Serengeti per 50 chilometri causera’ un ”disatro ambientale deviando le rotte migratorie degli animali selvaggi, ed avra’ un effetto a catena su tutto l’intero eco-sistema”. Gli scienziati prevedono un vero e proprio ”collasso della fauna”, che stando a una simulazione potrebbe ”diminuire dagli oltre un milione e 300 mila esemplari a circa 300 mila”.  

 

 imagesCAG4EHDO Il Serengeti National Park e’ infatti attraversato ogni anno da una migrazione di centinaia di migliaia di gnu, zebre ed altri animalim nerbivori e predatori. Dalla Tanzania attraversano il fiume Mara e si riversano in Kenya, nel parco del Masai Mara. Uno spostamento in massa, ancestrale, che potrebbe essere alterato per sempre. Secondo il rapporto la costruzione di questa autostrada influirebbe negativamente non solo sulla biodiversità ma anche sul turismo, che annualmente da decenni si reca nella riserva per osservare questo grande spettacolo della natura e portando ricchezza.   

Gli scienziati propongono invece la costruzione di una strada alternativa che passi nella zona meridionale della riserva, considerata patrimonio mondiale dell’umanita.  Ma sinora le autorita’ della Tanzania, evidentemente mal consigliate, hanno spinto sull’acceleratore, considerando questa infrastruttura uno dei punti di forza dello sviluppo economico del Paese, soprattutto in vista delle elezioni a fine ottobre. La strada fa parte di un progetto ancora piu’ grande che mira a collegare la costa della Tanzania al Lago Vittoria, con Uganda, Ruanda, Burundi e Repubblica democratica del Congo (Rdc). E questo lo chiamano sviluppo.

 

 Qualcuno rinsavirà prima di giungere a tale scempio? Si faranno sentire le associazioni ambientaliste, gli scienziati, i cittadini e soprattutto batteranno un colpo i governi e le agenzie delle Nazioni Unite? Dopotutto l’Unep, l’agenzia per l’ambiente dell’Onu, ha sede nel vicino Kenia. Stiamo a vedere, e speriamo.

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