Home » Redazione Ecquo » energia, Politiche »

Artide, preoccupanti mire russe sui giacimenti di petrolio e gas

21 settembre 2010 0 commenti

73071836La regione dell’Artico può ‘nascondere’ sino a 100 miliardi di tonnellate di petrolio e gas, stima il ministro russo dell’Ambiente. Le dichiarazioni di Yuri Trutnev accompagnano il rinnovato attivismo russo a difesa delle proprie rivendicazioni territoriali sull’Artico, considerato uno scrigno di risorse naturali in via di apertura, dato il prograssivo scioglimento  dei ghiacci. La cifra avanzata da Tutnev  conferma la convinzione che sotto i ghiacci artici si celi un quarto delle riserve mondiali di idrocarburi ancora da scoprire. E il timore è che qulcuno decida davvero di trivellare in una ambiente delicatissimo come quello artico, con gravi rischi in caso di incidente.

Il ministro ha detto che la Russia investirà sino a due miliardi di rubli (64 milioni di dollari) in ricerca per sostenere la propria ‘visione territoriale’ sulla regione. Ovvero per dimostrare che la piattaforma continentale sottomarina è un prolungamento delle coste dell’estremo nord russo e che quindi il fondale tutto attorno è della Russia. Comprese le risorse energetiche di cui è certamente ricco.

E non è solo Mosca a guardare al grande business dell’Artco. Russia e Norvegia hanno recentemente firmato un accordo sulla delimitazione del loro confine nel Mare di Barents e nell’oceano glaciale Artico che pone fine ad una disputa territoriale di 40 anni e che apre nuove prospettive nell’ esplorazione petrolifera e del gas offshore. Lo riferiscono le agenzie russe. L’intesa e’ stata siglata a Murmansk, citta’ portuale russa dell’estremo nord, tra il leader del Cremlino Dmitri Medvedev e il premier norvegese Jens Stoltenberg.   ”La firma dell’accordo, le cui negoziazioni sono cominciate nel 1970, segna una svolta storica nella relazioni” tra i due Paesi, ha commentato il Cremlino, sottolineando che si tratta di un esempio pratico di come tutte le possibili dispute nell’ Artico potrebbero essere risolte dagli Stati interessati con negoziazioni basate sulle esistenti leggi internazionali.  L’area oggetto di contesa era di 175 mila km quadrati, una superficie pari a meta’ della Germania. R ussia, Norvegia, Canada, Usa e Denimarca, gli unici Paesi con coste sull’Artico, si contendono l’Oceano Glaciale per mettere mano alle ricche riserve di petrolio, gas e metalli preziosi che potrebbero diventare accessibili con lo scioglimento dei ghiacci.