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Gestione dei rifiuti: arrestato Lanfranco Venturoni, assessore alla Sanità della Regione Abruzzo

22 settembre 2010 0 commenti

VENTURONIRuoterebbe tutto intorno al progetto di un impianto di bioessiccazione di rifiuti Tmb in localita’ Carapollo da realizzare sui terreni della societa’ pubblica di gestione dei rifiuti a Teramo, la Team, l’inchiesta che questa mattina all’alba ha consegnato agli arresti domiciliari con l’accusa di abuso d’ufficio, peculato aggravato e continuato, corruzione aggravata e continuata l’assessore alle Politiche della Salute della Regione Abruzzo Lanfranco Venturoni (Pdl).

Con lui ai domiciliari e’ finito il proprietario della De.Co., Rodolfo Di Zio, di fatto il monopolista dei rifiuti in Abruzzo.

Indagati per corruzione anche due senatori del Pdl, Paolo Tancredi di Teramo e Fabrizio Di Stefano di Tollo (Chieti) e il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi (Pdl). Secondo l’accusa Di Zio – in un periodo che va dal 2006 al 2009 – per realizzare senza gara di appalto il termovalorizzatore, avrebbe elargito denaro, e l’assessore Venturoni avrebbe messo a disposizione la Team per riuscire nel progetto. L’inchiesta, si apprende a palazzo di giustizia e’ basata su intercettazioni dalle quali con acquisizioni mirate si e’ arrivati al sequestro di documenti e prove documentali. Venturoni, all’epoca dei fatti presidente della Team, dalla quale si e’ dimesso nel novembre 2009 – 11 mesi dopo essere stato nominato assessore alla sanita’ della neo Giunta Chiodi – e’ accusato di ”appropriazione di risorse pubbliche, concretanti peculato, tutte funzionali al congegnato e sistematico piano di svuotamento per successiva acquisizione della Deco, delle utilita’ patrimoniali appartenenti alla Team, con lo scopo ultimo di far ottenere alla predetta azienda privata, senza il ricordo al metodo dell’appalto pubblico”, ”la costruzione e la gestione di un impianto di bioessiccazione di rifiuti a Teramo”.

 

L'assessore Venturoni

L'assessore Venturoni

Nell’inchiesta e’ citata anche la Ecodeco di Milano, alla quale sia Venturoni che Di Zio avrebbero offerto, in cambio della cessione gratuita della tecnologia per l’impianto teramano, di essere ”ammessa a partecipare della realizzazione di un impianto di incenerimento di rifiuti in Abruzzo”, con l’affidamento diretto dell’appalto ”ad una societa’ a cui avrebbero partecipato tanto i Di Zio quanto la Ecodeco”.

I Di Zio, secondo la Procura, avrebbero anche promesso al senatore Di Stefano ”che in tal modo consolidava la propria posizione di potere e prestigio personale nell’ambito del partito, futuro aiuto economico ed elettorale, da specificarsi volta per volta (come e’ accaduto per i candidati Albore Mascia e Rivellini), per se e per i candidati a lui legati”. Stessa cosa i Di Zio hanno promesso all’assessore alla sanita’ Lanfranco Venturoni e al senatore Paolo Tancredi, il tutto in un periodo che va dal novembre 2008 al maggio 2009.

Secondo l’accusa il senatore Di Stefano avrebbe anche esercitato ”opportune pressioni sull’assessore all’ambiente Daniela Stati, ponendo Rodolfo Di Zio in rapporto privilegiato con la Stati, affinche’ si dessero le condizioni normative che il senatore Di Stefano sapeva essere attese dai Di Zio, poiche’ era stato loro promesso l’affidamento senza gara pubblica dell’appalto per la costruzione e gestione dell’inceneritore”. La Stati e’ indagata per favoreggiamento, perche’, sentita dai Pm come persona informata dei fatti e sulle pressioni ricevute, ”eludeva le investigazioni in ordine al delitto di corruzione”.

Ma Di Stefano e’ finito nel mirino degli investigatori anche per la vicenda dei rifiuti nel Chietino in merito alla discarica di Lanciano. Per i Pm sarebbe responsabile dell’allontanamento dai vertici del Consorzio Comprensoriale di Lanciano di Riccardo La Morgia, peraltro uomo di area di centrodestra. La Morgia aveva avviato nel 2009 una azione per ridurre le tariffe ai comuni e di conseguenza alla popolazione e per realizzare un impianto di biocompostaggio ”che avrebbe reso antieconomico” quello dei Di Zio a Casoni (Chieti). Pertanto – sostengono i Pm – ”i Di Zio avevano interesse a sostituire La Morgia con persona disposta a fare i loro interessi anziche’ quelli della collettivita”’, e inoltre a modificare una legge regionale che imponeva il 40% di raccolta differenziata che avrebbe reso ”impossibile la realizzazione del piano delittuoso”. In questo caso e’ coinvolto anche l’assessore Venturoni che avrebbe esercitato sulla Stati ”indebite pressioni”. Sia Venturoni che Di Stefano e Tancredi avrebbero poi chiesto al senatore marsicano e coordinatore abruzzese del Pdl, Filippo Piccone (non indagato), a sua volta interessato alla costruzione di un inceneritore, di ”non intralciare il progetto delittuoso”.

Sono complessivamente 12 le persone coinvolte nell’inchiesta sui rifiuti. Agli arresti domiciliari, per corruzione e abuso d’ufficio, sono l’assessore alla sanita’, Lanfranco Venturoni, 59 anni (per fatti risalenti a quando era presidente prima della Team e poi della Teamtec, societa’ miste che operano nel settore dei rifiuti) e l’amministratore delegato della Deco (impresa che si occupa dello smaltimento dei rifiuti) Rodolfo Valentino Di Zio (68). Gli alteri indagati, per accuse che – a seconda dei casi – variano dalla concussione alla corruzione, abuso d’ufficio o favoregiamento – sono: i senatori del Pdl Paolo Tancredi (44) e Fabrizio Di Stefano (45), vicecoordinatore del partito in Abruzzo; la consigliera regionale ed ex assessore ai rifiuti e alla protezione civile, Daniela Stati (38) – dimessasi dopo il suo coinvolgimento in un’altra inchiesta della Procura dell’Aquila e ora passata dal Pdl al gruppo misto; l’attuale sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi (49), del Pdl; Ettore Ferdinando Di Zio (65), presidente della Deco; Vittorio Caldarella (74), di Roma, ex Ad della Team; Giovanni Faggiano (51), di Brindisi; dimessosi nel luglio scorso da Ad di Team; Sergio Saccomandi (44), successore di Venturoni alla presidenza della Teamtec; Ottavio Panzone (56), Paolo Bellamio (56), di Mestre (Venezia).